
Arrivano i primi provvedimenti dell’indagine interna sulla vicenda dei gravi ritardi dei referti istologici, avviata il 4 aprile dal sostituto del direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Trapani, Danilo Palazzolo, per individuare eventuali responsabilità civili, amministrative, contabili ed erariali, anche in relazione al danno di immagine. È stato avviato infatti un procedimento disciplinare nei confronti di un dirigente medico dell’ospedale S. Antonio Abate di Trapani.
Adesso l’Asp dovrà attendere le controdeduzioni del dirigente. Nessuna azione invece è stata avviata nei confronti del direttore di Anatomia patologica, Domenico Messina, in quanto l’Asp non può procedere perché il medico è in pensione dal primo novembre 2024. Nei prossimi giorni dovrà inoltre essere decisa la sorta del direttore generale dell’Asp Ferdinando Croce, attualmente sospeso dalla Regione dopo lo scandalo, il cui ricorso contro il provvedimento è stato ieri respinto dal tribunale del lavoro di Trapani. In una terza memoria integrativa che il suo avvocato ha presentato il 12 maggio al giudice, risulta la testimonianza di un medico del reparto di Anatomia Patologica, vero e proprio atto di accusa gestito dall’allora primario Domenico Messina.
Il medico evidenza «notevoli problematiche ed anomalie legate ai ritardi nella refertazione. Più in particolare posso dire che il dott. Messina prediligeva sempre l’attività libero professionale a quella istituzionale, dando così priorità all’attività di libera professione rispetto a quelle istituzionali». Prestazioni sanitarie che erano erogate nelle strutture ospedaliere. «Vigeva un clima di terrore e di assoluta omertà - dice il medico - dei sanitari in forze presso l’Unità da lui diretta». Nella memoria il medico parla anche di carichi di lavoro non adeguati, ritardi e cattiva gestione di cui Croce non sarebbe stato a conoscenza.
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