
«Il mio olio possiede la vitamina L della legalità», aveva dichiarato in una intervista nel febbraio del 2024 Nicola Clemenza, presidente dell’associazione Libero Futuro Antiracket della provincia di Trapani. Il suo nome oggi figura nell’ordinanza del gip Filippo Serio, la cui esecuzione ha portato all’operazione antimafia «Alba» condotta dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, che fotografa uno spaccato assai «amaro» del territorio di Partanna.
Clemenza, imprenditore agricolo del settore oleario, nel 2008, aveva avviato il Consorzio di Tutela delle Valli Belicine, per sottrarre le aziende olivicole alle logiche mafiose, subendo anche un attentato incendiario, dietro il quale si scoprirà poi la mano dell’allora latitante Matteo Messina Denaro. Da allora ha portato avanti una battaglia di tutela ed educazione alla legalità, affiancando anche gli amministratori giudiziari nella gestione di società sequestrate e confiscate.
Da consulente, però, avrebbe avuto contatti ravvicinati risultati indizianti per investigatori e magistrati. Clemenza ha ricevuto una informazione di garanzia in cui si ipotizzano i reati di peculato e di agevolazione dell’associazione mafiosa (articolo 416 bis.1).
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