Trapani

Martedì 18 Marzo 2025

I tempi record del paziente Bonafede: 10 giorni per visita, esami e operazione

Matteo Messina Denaro

Dieci giorni per ottenere una visita specialistica, gli esami diagnostici, il ricovero e l’intervento chirurgico. Tempi da record che per Matteo Messina Denaro non hanno rappresentato un’eccezione ma la regola. Il boss, per trent’anni latitante e protetto da una fitta rete di fiancheggiatori, ha potuto contare, proprio fra Mazara del Vallo, Castelvetrano e Marsala, i luoghi al centro del disastro emerso in questi giorni, su un accesso privilegiato al sistema sanitario, mentre per migliaia di cittadini comuni l’attesa per un esame può durare mesi, se non anni. La ricostruzione e la tempistica delle cure mediche per il cancro al colon del mafioso è contenuta nelle conclusioni del pubblico ministero Gianluca De Leo, che ha chiesto la condanna a 18 anni di carcere per il dottor Alfonso Tumbarello, l’ex medico di base di Campobello di Mazara, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati sanitari intestati ad Andrea Bonafede classe 1963, cioè la falsa identità utilizzata da Messina Denaro, morto a 62 anni, proprio a causa del tumore, il 25 settembre del 2023 in una stanza del reparto detenuti dell’ospedale dell’Aquila, dov’era stato trasferito dopo essere stato arrestato. Impressionante, rispetto all’attuale scandalo sui ritardi dei referti consegnati in provincia di Trapani, è stata la rapidità con cui il padrino di Castelvetrano, appena colpito nel 2020 dalla grave patologia tumorale, si era sottoposto a numerose visite specialistiche, controlli e cicli di chemioterapia di alto livello. Il 3 novembre di cinque anni fa Messina Denaro aveva eseguito una colonscopia a Marsala nello studio privato del dottor Francesco Bavetta, specialista in chirurgia dell’apparato digerente. Appena 24 ore dopo un campione del tessuto era già stato inviato per l’esame istologico all’ospedale di Castelvetrano; lo stesso giorno il dottor Tumbarello aveva prescritto la visita chirurgica. «Il paziente malato si era evidentemente presentato nello studio dell’imputato con l’esito della colonscopia, particolarmente allarmante - scrive il pm - e il medico aveva prescritto una visita chirurgica, come suggerito dal dottor Bavetta, affrontando, come avviene normalmente, i temi connessi a un percorso diagnostico-terapeutico già in parte delineato e molto delicato». Un servizio completo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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