
Nove mesi. Ovvero ben 273 giorni di attesa per avere un referto, o meglio dire un verdetto, che lascia davvero poche speranze. Vittima della malasanità trapanese questa volta è una signora di 79 anni, operata il 30 maggio del 2024 con un quadro clinico non felice sin dal giorno dell’operazione. All’anziana, infatti, all’ospedale di Marsala non solo era stata effettuata una cistoisterectomia ovvero erano stati asportati per intero sia vescica che utero, ma il quesito diagnostico utile per l’esame istologico lasciava proprio presagire un tumore: «K vescica muscolo invasivo? Metastasi?».
Tutto ciò però non è bastato a far presto, ad allarmare i medici incaricati ad analizzare i campioni prelevati, che hanno preparato 38 campioni istologici inviati poi all’ospedale di Caltagirone per l’analisi a seguito della convenzione stipulata dalla direzione generale dell’Asp di Trapani.
Le date sono chiare: intervento il 30 maggio 2024, referto il 28 febbraio 2025. E altrettanto chiara, è la diagnosi: «Carcinoma uroteliale non papillare di alto grado infiltrante la parete vescicale a tutto spessore con estesa invasione vascolare e perineurale. La neoplasia si estende al tessuto adiposo periviscerale» e nel lungo referto si parla anche di metastasi. Quel che fa più impressione e fa montare la rabbia dei pazienti trapanesi è che un referto così impietoso che reca la data del 28 febbraio 2025 è soltanto la fotografia dello stato di salute della signora nel lontano ormai maggio 2024. E adesso? A prescindere dalle responsabilità e dalle scelte che la politica prenderà, resta un’anziana paziente da provare a curare. Contro il tempo che si è già perso e contro ogni destino avverso.
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