La Corte d’appello di Caltanissetta ha accolto la richiesta di revisione della condanna per associazione mafiosa nei confronti di Vito Turriciano, di Castellammare del Golfo, ordinandone l’immediata scarcerazione. Turriciano era stato condannato a 12 anni di reclusione dal Tribunale di Palermo nel 2016, che lo aveva ritenuto responsabile, oltre che per il reato associativo, anche per due tentate estorsioni commesse nell’ambito della presunta attività del gruppo mafioso. A Turriciano si contestava, insieme a Mariano Saracino ed altri, di aver costituito nel territorio di Castellammare del Golfo un nuovo gruppo mafioso, contrapposto a quello capeggiato da Francesco Domingo, per controllare il mercato del calcestruzzo e il sistema degli appalti pubblici locali. Una prima richiesta di revisione era stata rigettata dalla Corte nissena che aveva ritenuto infondata la diversa ricostruzione dei fatti rappresentata dagli avvocati Baldassare Lauria e Caterina Gruppuso. Secondo la difesa, infatti, il contestato nuovo gruppo mafioso non fu mai stato costituito, e i fatti che si contestavano agli imputati erano comunque decontestualizzati dalla criminalità organizzata. In capo a Turricciano resta la condanna per tentata estorsione, per la quale ha abbondantemente scontato la pena. Nell’aprile del 2024, la Cassazione annullava la sentenza della Corte d’appello di Caltanissetta che aveva rigettato una seconda richiesta di revisione presentata dagli avvocati Lauria e Gruppuso. Dopo tre processi, la Corte appello di Caltanissetta ha mandato assolto Turriciano perché il fatto non sussiste. Per i difensori «si tratta di un precedente importante: la Corte ha negato la validità di ogni automatismo probatorio accertando, nel nostro caso, che i reati che si addebitavano ai singoli non erano espressione della forza di intimidazione della mafia locale, quindi estranei ad essa. Turriciano non potrà più essere ritenuto un mafioso».