
È finito nella bufera per i tempi d’attesa dei referti per gli esami istologici a Trapani. Esami delicati che salvano la vita dei pazienti. Domenico Messina per 24 anni è stato il primario del reparto finito al centro di inchieste, polemiche e vertici regionali.
Affida una riflessione al Tg4 per cercare di chiarire cosa ha prodotto i ritardi. «Desidero solo esprimere come già fatto direttamente telefonicamente al momento della diagnosi al marito della signora Gallo la mia amarezza e il mio dolore per quanto accaduto - scrive il medico -. Poi se mi è consentito invito tutti ad una serena riflessione partendo da un interrogativo. Ma cosa è successo veramente se il reparto diretto da me per 24 anni, per i primi 23 anni e mezzo ha fornito sempre ai pazienti prestazioni efficienti con diagnosi dettagliate e scientificamente corrette? C'è del dolo, negligenza o imperizia di un singolo o potrebbe essere possibile che siano avvenuti una serie di accadimenti straordinari ed in una successione veramente drammatica a cui una pubblica amministrazione nel complesso non era preparata per porre un freno?».
Il medico invita ad indagare e ricostruire da parte delle istituzioni serenamente e con rigore tutta la vicenda nei dettagli e nella corretta evoluzione temporale. «Un’unica precisazione mi corre l’obbligo fare in relazione alle notizie di stampa comparse relativamente alla tempistica delle informazioni condivise con la direzione strategica aziendale, c'è una mia nota dei primi di giugno del 2024 dove faccio un riepilogo della situazione e dove si fa esplicito riferimento a tutta una serie di interventi messi in atto già a partire dal gennaio 2024 e continuati sempre più nei mesi successivi per tentare di fronteggiare la situazione - aggiunge Messina -. In ultimo una considerazione personale, sono in pensione dal 1 novembre 2024 per raggiunti limiti di età avendo compiuto a ottobre 70 anni. A novembre del 2023 potevo andare tranquillamente in pensione così come hanno fatto diversi colleghi anche più giovani di me, in relazione alle criticità che giornalmente viviamo nel nostro lavoro. Ma ho pubblicamente dichiarato allora a tutti che il reparto dove ho lavorato per quasi 40 anni stava vivendo un momento estremamente critico ma c'era la speranza di potere assumere all’inizio del 2024, 3-4 giovani anatomo -patologi e che quindi sentivo l’obbligo morale dopo avere dedicato una vita a questa professione, ai pazienti ed alla mia equipe di non abbandonare la nave in un momento così critico. Purtroppo questo non è avvenuto, ma anzi la situazione del personale medico si è ulteriormente aggravata nei mesi successivi del 2024».
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