Trapani

Lunedì 20 Gennaio 2025

Latitanza di Messina Denaro, Gulotta assolto: «Un errore sulla sim, mai colpevole»

Leonardo Gulotta

Dopo l’assoluzione per non aver commesso il fatto, quel che è successo a Leonardo Gulotta, 32 anni, di Campobello di Mazara, il suo legale Mariella Gulotta lo definisce una «brutta coincidenza». Il giovane è stato assolto dal gup di Palermo Marco Gaeta (l'accusa aveva chiesto 6 anni e 8 mesi) dopo una vicenda che l’ha visto coinvolto nel troncone d’inchiesta riguardante la latitanza di Matteo Messina Denaro. Il boss di Castelvetrano, nel 2014, al momento di stipulare il contratto d’assicurazione per una Fiat 500 che acquistò sotto il falso nome di Massimo Gentile, indicò il numero di telefono che solo successivamente, nel 2011, al compimento della maggiore età, fu acquisito da Leonardo Gulotta. Il numero fornito dal boss già nel 2007 risultava agli atti dell’assicurazione, legato al nome di Gentile, ma rispetto a quello dell’intestatario differiva di una cifra. E quella cifra sbagliata portava al nome di Leonardo Gulotta.

Leonardo Gulotta
Per la procura il giovane avrebbe così avuto un ruolo nella latitanza del boss. «Nel 2007 il mio assistito aveva 15 anni e non poteva avere una sim a suo nome - spiega il legale -. Il certificato d’attivazione con quel numero risale al 2011, quando compì 18 anni e questo l’ha prodotto la procura dopo l’interrogatorio di garanzia». Gulotta è stato arrestato dal Ros il 27 marzo 2024 per concorso esterno in associazione mafiosa. «In sede d’interrogatorio ho sempre dichiarato che non ho mai conosciuto Matteo Messina Denaro - spiega Leonardo Gulotta - ho lavorato per la famiglia Luppino (sono in carcere Giovanni e i figli Antonino e Vincenzo, ndr) con tre contratti stagionali nel 2019, 2022 e 2023, ma i rapporti sono stati sempre di natura lavorativa». «Dalla visione degli atti abbiamo potuto accertare che un numero di telefono quasi uguale (differente per una sola cifra rispetto a quello del mio assistito), è stato in uso al boss latitante - spiega l’avvocato - e non è escluso che nel compilare la scheda per l’assicurazione, Messina Denaro abbia fornito erroneamente quel numero quasi coincidente». Gulotta è rimasto due mesi in carcere al Pagliarelli di Palermo: «Ho sempre ribadito la mia innocenza - dice -. Conoscevo, sì, Andrea Bonafede (classe '63), l’ho sempre salutato e non ho mai avuto rapporti con la mafia. Durante la detenzione ho pianto e non mi sono mai dato pace per quello che stava succedendo. Quando il giudice ha pronunciato la formula d’assoluzione ho pianto pensando a tutte le persone che mi sono state vicine in questi momenti difficili che non auguro a nessuno».

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