L’indagine coordinata dalla Dda di Palermo, che oggi ha portato a 18 misure cautelari (7 in cella, 10 ai domiciliari, 1 obbligo di dimora) per boss e gregari della «famiglia» di Mazara del Vallo, ha ricostruito le dinamiche mafiose che hanno portato all’ascesa di Domenico Centonze, formalmente allevatore di ovini, che, agendo come braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente detenuto, è divenuto, nel tempo, il punto di riferimento delle più svariate attività criminali. Centonze controllava la riscossione di crediti insoluti, dirimeva controversie, organizzava traffici di stupefacenti tra Palermo e i territori del mandamento. La mafia, inoltre, gestiva le aree di pascolo e le aste fallimentari. Le investigazioni hanno consentito di documentare anche diversi episodi di violenza legati al mancato rispetto di accordi presi per la spartizione di alcuni immobili.