Sei anni di carcere sono stati chiesti dal pm Paolo Bianchi per l’ex prete marsalese Vito Caradonna, 50 anni, accusato di concorso in falso in atto pubblico, determinando in errore pubblici ufficiali, e favoreggiamento dell’illegale permanenza di stranieri sul territorio italiano.
Ridotto allo stato laicale nel luglio 2017 dopo le condanne subite in due diversi processi per tentata violenza sessuale su un uomo e circonvenzione di incapace, Caradonna è processato in abbreviato davanti al giudice Matteo Giacalone insieme a cinque stranieri, quattro uomini e una donna: Biron Sarr, di 35 anni, Muhammed Kietà, di 28, entrambi del Gambia, Bou Makadji, di 36, del Mali, Sakander Ali, di 33, del Pakistan, e Zalfata Liza, di 33, delle Isole Comore.
Due anni di carcere sono stati invocati per Sakander. Pene più lievi per gli altri. Secondo l’accusa, tra i primi mesi del 2018 e il luglio 2020, in concorso tra loro e con cittadini extracomunitari che hanno poi ottenuto il permesso di soggiorno (per i quali si è proceduto separatamente), da ciascuno un corrispettivo variabile da 200 a 350 euro circa, contratti di lavoro o di locazione ideologicamente falsi. Per gli investigatori, a reperire e redigere la falsa documentazione sarebbe stato l’ex prete.
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