Domenico Centonze, arrestato oggi nel blitz a Mazara del Vallo, ha una lunga storia mafiosa. È cugino del capomafia ergastolano Natale Bonafede e nel 2021 è stato assolto, per «non aver commesso il fatto», dalla Corte d’assise d’appello di Palermo dall’accusa di avere ucciso i tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi, tra Marsala e Mazara, di fronte l’ex distilleria Concasio.
Le due vittime, i cui corpi caddero a terra in uno spiazzo trasformato in discarica abusiva, viaggiavano su un ciclomotore. In primo grado, l’allevatore era stato condannato dal gup di Marsala a 20 anni di carcere insieme al cugino Pietro Centonze, di 55 anni (anche lui arrestato oggi), in passato condannato per favoreggiamento alla mafia, che dal duplice delitto è stato assolto nel processo d’appello. Il duplice omicidio rimane, ancora, senza colpevoli. Dalle indagini dei carabinieri di Marsala era emerso che la notte in cui fu commesso il duplice omicidio, all’interno del night «Las Vegas» di Mazara, una delle due vittime, El Mabrouk, avrebbe avuto un diverbio con Domenico Centonze, che nel locale sarebbe arrivato con una ballerina romena, che poi con il nordafricano si sarebbe scambiata il numero di telefono.
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