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Ancora caos nel carcere di Trapani, duecento detenuti si oppongono al rientro in cella

Il carcere di San Giuliano Cerulli di Trapani

Ancora caos nel carcere di Trapani. Circa 200 detenuti del reparto mediterraneo si sono opposti al rientro in cella e il comandante ha ritenuto necessario mantenere tutti i lavoratori in servizio anche dopo 12 ore continuative.

«L'avevamo percepito e lo abbiamo scritto che la tensione al carcere di Trapani era palpabile, addirittura mentre nel pieno delle nostre prerogative che la legge consente». Questa la dichiarazione di Calogero Navarra (Sappe), Rosario Di Prima (Sinappe), Dario Quattrocchi (Osapp), Gioacchino Veneziano (Uil Polizia Penitenziaria), Francesco D’Antoni (Uspp), Domenico Ballotta (Fns Cisl) e Gaetano Agliozzo (Fp Cgil) dopo che ieri sera si sono dovuti recare al Pietro Cerulli di Trapani i magistrati di sorveglianza.

«Lo avevamo percepito durante la visita del 2 dicembre - commentano i leader dei sindacati della polizia penitenziaria siciliani - e per tale ragione che abbiamo richiesto con urgenza un incontro con il Provveditore regionale perché sono necessari altri interventi profondi per consentire al personale di operare con serenità, sicurezza e fiducia nell’amministrazione nel complesso, presupposto che obiettivamente in questo momento pare davvero flebile, infatti - chiosano Navarra, Di Prima, Quatrocchi Veneziano, D’Antoni, Ballotta e Agliozzo - ieri sera pare che sia stato necessario la presenza della magistratura di sorveglianza per ristabilire l’ordine e la sicurezza all'interno del carcere. Invieremo - concludono i sindacalisti - una nota al sottosegretario Delmastro, affinché nella sua funzione possa assegnare al carcere di Trapani struttura di 1° livello un direttore titolare, e non uno per 8 giorni al mese, fermo restando che sulla questione carcere di Trapani e di tutta la Sicilia siamo pronti a fare le barricate».

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