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Trapani, detenuti torturati: restano agli arresti gli undici agenti. Nessuno parla davanti al Gip

L’inchiesta sugli abusi al Cerulli. Da lunedì gli interrogatori per gli altri 14 indagati sospesi dal servizio

corridoio carcere

Rimangono ai domiciliari gli undici agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere Pietro Cerulli di Trapani, coinvolti nel blitz di mercoledì degli investigatori del Nic (Nucleo investigativo centrale, incardinato nell’ambito dell’Ufficio del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria).

Arresti convalidati per tutti. Si tratta dell’operazione che ha svelato una serie di abusi e torture ai danni di detenuti rinchiusi del reparto Blu, quello per l’isolamento, del penitenziario trapanese. Degli undici a cui il gip, giudice Giancarlo Caruso, aveva disposto i domiciliari, solo uno ha risposto alle domande, gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Lunedì e martedì sarà poi la volta degli interrogatori di garanzia dei 14 colleghi che su disposizione del Gip è scattata la misura cautelare della sospensione dal servizio. Gli indagati sono complessivamente 46.

Lo scenario è angosciante e lo è ancora di più per un altro particolare indicato dal procuratore della Repubblica di Trapani, Gabriele Paci: non tutti gli agenti erano violenti, ma tra gli agenti penitenziari c’era chi era a conoscenza di quello che accadeva all’interno di questa sezione del carcere, «ma non ha mai denunciato avendo invece il dovere di farlo».

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