Nuovi guai per l’ex senatore alcamese Nino Papania, che è stato raggiunto da una nuova misura di cautelare degli arresti domiciliari. Il politico, che è già in carcere per la precedente inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso, è tra i 14 raggiunti dalle misure cautelari su complessivi 24 indagati nell’operazione condotta dalla guardia di finanza di Trapani e coordinata dai sostituti procuratori dell’Eppo (la Procura europea), Calogero Ferrara e Amelia Luise e dalla Procura di Marsala. Tra questi, politici che rivestono o hanno rivestito cariche nei Comuni di Marsala, Custonaci, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice.
Avrebbero contribuito al sistema messo in piedi dall’ex senatore Nino Papania, fondatore del movimento Via e - secondo l’accusa - ideatore del meccanismo illecito. Il polizito lo scorso 16 settmbre era stato arrestato per scambio elettorale politico mafioso. Per Papania, il gip di Trapani Massimo Corleo ha disposto il divieto di dimora a Palermo e Trapani. Per altri quattro sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari. I reati contestati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione e di condotte di riciclaggio e autoriciclaggio. Sequestrati beni per 9 milioni di euro. Fatta luce su un sistema di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione, riciclaggio e autoriciclaggio.
Principale «promotore e organizzatore» sarebbe stato l’ex senatore, supportato stabilmente da un dirigente del Movimento per l’autonomia, nonchè del Movimento Via, Valori, impegno, azione, da un esponente del movimento Via di Marsala, e da un ex consigliere del comune di Cinisi (Palermo). I principali indagati, avvalendosi degli enti Cesifop (Centro siciliano per la formazione professionale), Ires (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e Associazione Tai, hanno ottenuto finanziamenti del Programma operativo Fondo sociale europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale, alcuni dei quali non tenuti, come accertato nell’ambito delle indagini. Le indagini hanno consentito di accertare come a sei esponenti politici locali - quattro dei quali attualmente consiglieri presso i Comuni di Marsala e Custonaci - e, soprattutto, a loro congiunti, pur privi dei requisiti e delle competenze richieste, siano state assegnate o promesse posizioni lavorative, nomine e promozioni presso gli enti di formazione coinvolti, in cambio del sostegno garantito al predetto movimento politico.
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