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Enti di formazione di Marsala usati come bancomat, nuovo arresto per Papania: 24 indagati I NOMI

Fondi europei usati come stipendifici per remunerare avversari da portare dalla propria parte nel movimento Via. Coinvolti altri 6 esponenti politici

Enti di formazione usati come stipendifici per remunerare avversari politici da portare dalla propria parte o divenuti bancomat a cui attingere per spese proprie; un uso spregiudicato del soldi europei incassati in violazione di ogni regola; progetti sociali finanziati e mai realizzati: c’è il mondo della formazione professionale siciliana, non nuovo a scandali e inchieste, nell’ultima indagine della Procura di Marsala e di quella europea che oggi ha portato all’emissione di 14 misure cautelari. Una operazione nata da accertamenti su tre enti marsalesi che facevano capo all’ex senatore del Pd Antonio Papania, già finito sotto inchiesta per voto di scambio a settembre scorso e da allora detenuto. Al politico, che nel 2020 ha fondato un suo movimento dal nome pretenzioso di Valore, Impegno e Azione, questa mattina la guardia di finanza ha notificato in carcere una misura cautelare di arresti domiciliari. Per gli inquirenti, con la complicità di esponenti del suo movimento e politici locali, aveva costituito una sorte di lobby di potere costantemente impegnata a esaudire desideri privati e cortesie, sfruttate poi per chiedere voti e controprestazioni varie in occasione di tornate elettorali. Per far cambiare casacca agli avversari e cooptarli al Movimento l’ex senatore prometteva o assicurava loro e a loro familiari incarichi negli enti di formazione o posti di lavoro. «La pratica del trasformismo politico - scrivono i magistrati - sarebbe lecita, atteso che l’eletto non deve rendere conto al partito che lo ha candidato o all’elettore che lo ha votato, ma non, come emerge dalle indagini, quando detto cambio di casacca sottenda illecite promesse o percezioni di utilità».

Figli, nipoti e parenti di alcuni consiglieri comunali avrebbero beneficiato dei favori dell’ex senatore e dei suoi, alcuni riuscendo ad avere incarichi senza possederne i requisiti. Ma a sanare la situazione, dicono gli investigatori, ci avrebbe pensato l’organizzazione criminale pronta a preparare falsi curricula. L’inchiesta ha svelato anche un uso improprio dei fondi europei incassati dai tre enti di formazione - Cesifop (Centro Siciliano per la formazione professionale), Ires (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e Associazione Ta i- che, per problemi debitori gravissimi non avrebbero neppure potuto essere accreditati per i finanziamenti Ue e tantomeno avrebbero potuto ottenere dal Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014/2020 oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale molti dei quali mai tenuti.

Del fiume di denaro pubblico su cui la lobby aveva messo le mani 800 mila euro erano stati già incassati e impiegati per spese voluttuarie personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento di Papania. Ulteriori 2,5 milioni sarebbero stati a breve erogati. Le fiamme gialle hanno proceduto al sequestro di circa un milione, pari alle somme malversate o riciclate e al sequestro preventivo dei circa 8 milioni di euro residui già finanziati.

Gli indagati al momento sono 24 e rispondono, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione e riciclaggio. Nell’inchiesta sono coinvolti anche sei esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche presso i Comuni di Marsala, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice.

I nomi degli indagati

L'ex senatore Antonino Papania, 65 anni, che si trova già in carcere per l'inchiesta di alcune settimane fa su voto di scambio politico-mafioso, è stato raggiunto da una nuova misura cautelare degli arresti domiciliari firmata dal gip di Marsala.

Il gip di Trapani Giuseppe Corleo ha disposto il divieto di dimora nelle province di Trapani e Palermo per Papania, Manfredi Vitello, 52 anni, e Mario Castelli, 70 anni. Per Angelo Rocca, 40 anni, il divieto di dimora nella provincia di Trapani e il divieto di contattare la pubblica amministrazione e esercitare impresa o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Per Filippo Tilotta, 76 anni, il divieto temporaneo di esercitare impresa o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Con lo stesso provvedimento ha disposto il sequestro preventivo di 714 mila euro nella disponibilità di Antonino Papania, Filippo Tilotta e Manfredi Vitello e all’ente di formazione Cesifop di Palermo. Altri 232 mila euro nella disponibilità di Angelo Rocca e infine 50 mila euro nella disponibilità di Mario Castelli o all’ente di formazione Ires di Palermo.

Il gip di Marsala Annalisa Amato ha disposto gli arresti domiciliari per Antonino Papania, Angelo Rocca, Ignazio Chianetta e Manfredi Vitello. Il divieto di dimora per Maurizio Michele Accardi, 58 anni, Sara Accardi, 35 anni, Pellegrino Guglielmo Ferrantelli, 76 anni, Vanessa Titone, 51 anni, Vincenzo Monteleone, 66 anni, Antonio Giancana, 25 anni. Il divieto di esercitare uffici direttivi e imprese a Ignazio Chianetta e Manfredi Vitello. Il divieto di esercizio di funzioni di consigliere comunale a Maurizio Michele Accardi, Guglielmo Pellegrino Ferrantelli, Vanessa Titone, Vincenzo Monteleone, Antonio Giancana.

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