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Il blitz antimafia: dall'inchiesta viene fuori un concorso truccato all'Asp di Trapani

L’indagine ha portato alla luce il coinvolgimento di Guido Faillace, direttore del Sert dell'Azienda sanitaria provinciale. Su pressione del capoclan Francesco Coppola, fornì le domande alla candidata Manuela Fanara, già vicesindaco a Calatafimi-Segesta

La sede dell'Asp di Trapani

Non c’è pace per l’Azienda sanitaria di Trapani, ancora scossa per l’operazione del dicembre scorso denominata Aspide. Ora la nuova indagine, ribattezzata Irene, che ha portato agli arresti esponenti politici alcamesi assieme ai vertici delle famiglie mafiose di Alcamo e Calatafimi e ha anche svelato un sistema di corruzione, che ha coinvolto un concorso pubblico per l’assunzione di tre psicoterapeuti all’interno dell’Asp del capoluogo.

L’indagine ha portato alla luce il coinvolgimento di Guido Faillace, direttore dell’unità operativa Servizi per le Tossicodipendenze-Sert di Alcamo (deceduto lo scorso novembre), in un caso di rivelazione di segreti d’ufficio e traffico di influenze illecite. Secondo le accuse, Faillace avrebbe rivelato a Manuela Fanara, psicologa e psicoterapeuta, già vicesindaco e assessore ai Servizi sociali del comune di Calatafimi-Segesta, le domande del concorso pubblico per l’assunzione di psicoterapeuti presso l’Asp. Manuela Fanara, grazie a queste informazioni, riuscì a piazzarsi al diciottesimo posto nella graduatoria, ottenendo un punteggio di 48 su 50.

Quello che hanno accertato gli investigatori è che le informazioni sulle domande che sarebbero state poste ai candidati in quel concorso le sarebbero state fornite grazie all’intervento di Francesco Coppola, ai vertici della famiglia mafiosa di Alcamo, il quale agì su richiesta di Ignazio Arena, marito di Manuela Fanara. Coppola sfruttò il suo rapporto con Faillace e la sua posizione di potere all’interno di Cosa Nostra per garantire il successo della Fanara nel concorso.

Siamo ad aprile del 2022, Coppola e i coniugi Arena si incontrano in un bar di Alcamo, poi raggiungono lo studio di Faillace, che in quell’incontro forniva a Fanara alcune informazioni per la compilazione della documentazione necessaria all’iscrizione al concorso e sulla composizione della commissione esaminatrice, che sarebbe stata presieduta dallo stesso Faillace: «La commissione, cioè io, visto che sono io a chiederlo, quindi dovrebbe essere cioè sicuramente io come presidente poi vediamo chi sono gli altri componenti».

Dal tenore dei dialoghi emergeva l’esistenza di un rapporto «collaudato», secondo i giudici, tra il medico e Coppola. Il 17 agosto invece Faillace fornisce a Fanara l’elenco completo delle domande oggetto della prova orale, che, inserite in una singola busta, sarebbero state sorteggiate da ciascun candidato: «Allora queste sono le... non ti spaventare, te le guardi e al solito ti prendi gli appunti». Ed ancora: «Queste sono domande che verranno fatte una per una e messe dentro delle buste gialle che uno prende e sorteggia, queste sono tutte le domande che verranno messe là dentro, poi uno acchiappa, quella che prende prende...».

Dopo avere sottolineato l’importanza di comprendere l’argomento di ogni domanda, Faillace indica all’interlocutrice quale sarebbe stato l’argomento oggetto della parte finale dell’esame (verosimilmente riferendosi alla domanda finale appannaggio del presidente della commissione esaminatrice): «La parte mia è che quella finale è sulla sulla legge... e sul..., esiste vabbè, in Sicilia è stata fatta una legge è un decreto sulla prevenzione, questo sul gioco d’azzardo, piglia e si dà una lettura».

Quell’interessamento di Coppola non fu gratuito per Ignazio Arena, Coppola infatti ebbe dei vantaggi economici. Tra questi, una falsa assunzione presso l’azienda agricola Agriconsult Società Cooperativa, gestita dagli imprenditori Angelo e Giampiero Bambina. Di fatto questa falsa assunzione permise a Francesco Coppola di ricevere contributi previdenziali per 102 giornate lavorative, oltre all’indennità di disoccupazione, senza avere mai svolto alcun lavoro. Questo serviva a garantirgli l’accesso al trattamento pensionistico. Inoltre, sempre secondo l’indagine, Ignazio Arena avrebbe ottenuto l’assegnazione di alcuni importanti lavori di scavo e movimento terra a favore del cugino dello stesso Coppola, Nicolò Coppola. Insomma, un concorso pubblico che si trasforma in un'occasione per consolidare il potere della famiglia mafiosa locale e della capacità che ha di influenzare le istituzioni, le assunzioni, sfruttando la rete di relazioni e intimidazioni. Le azioni illecite di cui è accusato Arena comprendono la rivelazione e l’utilizzo di segreti d’ufficio, il traffico di influenze e la truffa ai danni dell’Inps di Trapani.

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