Nell'inchiesta che ieri ha portato a dieci arresti in provincia di Trapani, in particolare tra Alcamo e Calatafimi, c’è un capitolo che riguarda anche il commercio di sostanze stupefacenti. È il 5 luglio 2022: Giosuè Di Gregorio e Antonino Minio, entrambi trapanesi, partono per la Calabria per attivare un canale di rifornimento di droga, nella fattispecie cocaina, da immettere sulla «piazza» trapanese.
Le due auto vengono riprese dal sistema di videosorveglianza nei pressi dell’imbarcadero di Villa San Giovanni. Alle 9.12 Di Gregorio contatta un soggetto chiamato «compare», con il quale, dopo avergli riferito di trovarsi nei pressi di Gioiosa Ionica, concorda un appuntamento a Siderno. L’interlocutore viene identificato in Giorgio Jerino, con il quale aveva condiviso un periodo in carcere. Prima di entrare nel bar, Di Gregorio lascia il suo cellulare nell’auto e si trattiene per circa due ore.
La successiva intercettazione con Minio consente di ricostruire le ragioni di quell’incontro, ma prima Di Gregorio fa riferimento alla necessità di trovare 1.500 euro per acquistare un particolare telefono da utilizzare per i contatti («perché ora ci servono 1.500 euro, lo dobbiamo prendere questo telefono per avere il contatto per farla portare») e, poi, parla della trattativa e dei prezzi stabiliti a seconda della consegna della cocaina in Sicilia (Di Gregorio: «Vediamo se riesco a convincere a lui che invece di 35 gliela dà a 33, 34»; Minio: «Trentaquattro non lo capisce che sono per te poi o no?»; Di Gregorio: «A lui»; Minio: «Lui te la passa a ventotto hai detto? A ventisette? Ventisei quanto era?»; Di Gregorio: «Lui mi ha detto ventotto se la veniamo a prendere qua noi, trenta se ce la portano "o posto in casa" e se la perdono metà la dobbiamo pagare noi»; Minio: «Tanto vale che la scendono loro, allora che dici tu?»; Di Gregorio: «Ci guadagniamo quattromila euro a chilo, dieci chili, 40 mila euro»).
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