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Crisi idrica ad Alcamo: manifestanti in piazza bloccano le autobotti

I turni di distribuzione si susseguono con un ritmo che ha esasperato i cittadini, che hanno deciso di protestare

Sta impedendo, dalle ore 9 di questa mattina, alle numerose autobotti tuttora in servizio ad Alcamo per fronteggiare la carenza di acqua, di andare a rifornirsi al Bottino, serbatoio idrico comunale. Protagonista dell’iniziativa di protesta è il piccolo gruppo di cittadini alcamesi che oggi, facendosi autorizzare in tal senso dal Comune e dalle forze dell’ordine, hanno dato vita alla già annunciata manifestazione di protesta, in quanto esasperati da una situazione che ad Alcamo è ormai una vera e propria emergenza, ossia la sempre più grave carenza di acqua, i cui turni di distribuzione, nei casi migliori, ad Alcamo si susseguono con una cadenza che varia dai dieci ai dodici giorni, aumentando fino a quasi un mese nelle zone che erano prima servite dall’Eas e adesso dal Comune.

Un’emergenza fronteggiata dall’amministrazione del sindaco Domenico Surdi, intanto, rendendo disponibile, alle utenze che lo richiedono, il servizio di fornitura idrica mediante le autobotti a pagamento che, in base al vigente regolamento comunale, hanno il via libera per prelevare l’acqua al Bottino. Il problema oggi è che, con l’attuale manifestazione di protesta, proprio le autobotti che si dirigono al piazzale Bottino sono costrette a fare dietrofront, intanto perché trovano carabinieri, polizia e polizia municipale che, in linea con la temporanea autorizzazione concessa ai manifestanti per negare agli autotrasportatori di andare ad allacciarsi al Bottino, presidiano le strade di accesso all’area, al fine di regolare la viabilità e consentire ai manifestanti di impedire a tutti i veicoli (eccetto quelli dei residenti nella zona) di farvi ingresso sia dalla via Santissimo Salvatore che dalla via Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

«Qui al Bottino oggi possono venire soltanto l’autobotte comunale e i mezzi di emergenza dei vigili del fuoco – spiega Anna Amoroso, in prima linea nella protesta e già in anni passati protagonista di questo tipo di manifestazione -. Abbiamo chiesto e ottenuto di creare questa condizione di disagio collettivo, per rafforzare la nostra protesta. Purtroppo, io vivo quotidianamente questo disagio, in quanto non ho a disposizione una cisterna per la riserva d’acqua in casa e non posso richiedere il servizio autobotte. Siamo delusi – commenta inoltre - dal fatto che gli altri nostri concittadini non siano venuti qui a protestare con noi. Il 5 luglio, sempre alle 9 del mattino, torneremo a manifestare – conclude confermando ciò che aveva già annunciato nei giorni scorsi -, in piazza Ciullo davanti al Municipio e sarò pronta anche ad incatenarmi, in segno di protesta. L’acqua non deve mancare, per noi, per gli animali, per tutti. Soprattutto con questo caldo, abbiamo innanzitutto bisogno di lavarci”.
Altri manifestanti presenti al Bottino richiedono “al Comune e al Prefetto di Trapani di tornare a concedere la possibilità di utilizzare i pozzi privati per le seconde case».
«L’acqua pubblica è un bene inviolabile, ci stanno negando questo diritto. Non possiamo sempre subire questi disagi», tiene a rimarcare Gianluca Amato.

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