I soldi dei clan di Palermo riciclati dai «cugini» di Salemi, i pm chiedono una rogatoria in Germania
La Procura di Palermo ha presentato una richiesta di rogatoria in Germania per indagare su un maxi-riciclaggio da 12 milioni di euro che mafiosi di Salemi vicini a Matteo Messina Denaro avrebbero messo a segno per conto dei clan palermitani. La circostanza è emersa nel corso dell’inchiesta che martedì ha portato a 11 misure cautelari. Arrestati, tra gli altri, i protagonisti principali dell’operazione Salvatore Angelo, imprenditore condannato per aver gestito gli investimenti nelle energie rinnovabili dell’ex latitante, di Castelvetrano e il figlio Andrea. Per spostare i soldi dei clan mafiosi palermitani sfruttavano il circuito internazionale Swift, metodo usato per trasferire all’estero somme di denaro non rendendolo più tracciabile. Le operazioni di riciclaggio scoperte dai carabinieri sono due: quella da 12 mln e un’altra da quasi. Soldi affidati dai mafiosi palermitani ai «cugini» di Salemi che, grazie a consulenti e intermediari capaci di padroneggiare lo swift , portavano avanti i loro disegni. I protagonisti dell’indagine padroneggiavano lo strumento finanziario e ne sfruttavano le potenzialità per trasferire all’estero le somme nascondendone l’origine. Ai due protagonisti principali dell’indagine, Salvatore e Andrea Angelo, imprenditori di Salemi si era rivolto il capomafia Michele Micalizzi che aveva bisogno di trasferire il denaro sporco della cosca. Mente finanziaria del piano era Giuseppe Burrafato che avrebbe potuto contare su imprenditori compiacenti (alcuni stranieri) e «ambigui personaggi del settore», così li descrive il gip. Nel 2019 sarebbero stati trasferiti 12 milioni della mafia dal conto della Deutsch Bank a una filiale della Hsbc. Gli inquirenti hanno intercettato il file del report swift, una sorta di riepilogo degli elementi necessari per identificare gli estremi della transazione. Nell’indagine sono coinvolti anche una donna: «una signora che ha 40mila palle, conosce tutto il mondo, 4 o 5 lingue», dicevano di lei gli indagati e imprenditori spagnoli e irlandesi. Tutti i soggetti che partecipavano al piano venivano retribuiti. Secondo gli inquirenti, ad esempio, gli Angelo avrebbero incassato una commissione del 10% dei fondi trasferiti.