Per il sindaco di Castellammare Giuseppe Fausto l’incendio che ha devastato 350 ettari di bosco e macchia mediterranea è «doloso». Il ragionamento nasce dal fatto che il rogo che poi si è allargato non lasciando nessun margine di intervento se non dopo 15 ore di ininterrotto lavoro di uomini e mezzi, è partito da tre punti diversi. Insomma mentre vigili del fuoco, forestali, volontari della protezione civile e forze dell’ordine erano impegnati nello spegnimento di una zona percossa dalle fiamme, in contemporanea si sono ritrovati a fronteggiare altri due punti di innesco che hanno poi provocato danni irreparabili all’economia e all’ambiente di un territorio, quello di Castellammare del Golfo, già martoriato dagli incendi estivi. Ad aiutare la possibile mano dell’uomo sicuramente anche il fortissimo vento di scirocco, ma accade così anche in estate. Gli incendiari si divertono a bruciare sapendo che in quella giornata troveranno le condizioni adatte per mettere in difficoltà chi sta operando a terra e che in ogni caso i mezzi aerei non potranno intervenire. La zona percorsa dalle fiamme è stata bonificata ed ora sono partite le indagini. In Procura a Trapani, è stato istituito un pool investigativo, con una strategia che coniuga prevenzione e repressione, contro gli incendi. Un servizio completo di Laura Spanò sul Giornale di Sicilia in edicola oggi