«Stamattina all'alba mi è stato notificato un provvedimento di arresti domiciliari. I fatti contestati dalla magistratura riguardano il periodo in cui ricoprivo il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici al Comune di Trapani. Due le accuse che gli inquirenti muovono nei miei confronti: corruzione e turbativa d'asta». Dario Safina, il deputato regionale del Partito democratico ai domiciliari per una vicenda di corruzione legata alla illuminazione pubblica a Trapani, si difende dalle accuse con una breve nota affidata ai suoi legali.
«Sono sereno - scrive il parlamentare Ars - e ho la coscienza tranquilla. Sono fiducioso nell'operato della magistratura e sono certo che riuscirò a chiarire la vicenda nel più breve tempo possibile».
Safina entra nell'inchiesta per il suo ruolo di assessore ai Lavori pubblici del Comune di Trapani, lasciato nella primavera del 2022 per concorrere alle elezioni regionali. L'uomo politico si sarebbe «accordato preventivamente», dicono i giudici, con l'energy manager per modificare l'esito di un appalto per la manutenzione dell'illuminazione pubblica.
Si trattava di una procedura di project financing e Safina avrebbe informato l'imprenditore 45enne «preventivamente» sulle tempistiche di pubblicazione del bando, sui contenuti e sull'importo base. In questo modo, secondo l'accusa, avrebbe consentito alla società di aggiudicarsi la procedura con una offerta «congrua» rispetto a quelle degli altri concorrenti.
Tra le accuse rivolte al deputato, infine, anche quella di avere «permesso» l'affidamento alla stessa società dei lavori di rifacimento dei sistemi di illuminazione del Campo Aula (nella foto) e del Campo Coni di Trapani: il tutto sarebbe avvenuto «al di fuori di ogni procedura concorsuale ad evidenza pubblica».
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