I boss mafiosi Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano seduti uno accanto all’altro tra il pubblico del Maurizio Costanzo Show al teatro Parioli di Roma, per ‘studiarè il famoso giornalista che Cosa Nostra intendeva colpire duramente, dopo l’assassinio dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte. Erano gli ultimi mesi del 1992 e poco tempo dopo, il 13 maggio 1993, un’autobomba esplose in via Fauro a Roma, un attentato dal quale Costanzo e la sua futura moglie Maria De Filippi uscirono miracolosamente illesi.
Le immagini inedite, nelle quale i due corleonesi - già latitanti all’epoca e in missione a Roma per conto del capo dei capi di Cosa nostra Salvatore Riina - vengono immortalati dalle telecamere durante lo show, fanno parte dell’inchiesta coordinata dai procuratori aggiunti di Firenze Luca Turco e Luca Tescaroli e dal pm Lorenzo Gestri, sulle stragi al Nord in cui è indagato l’ex senatore Marcello Dell’Utri. Era indagato anche Silvio Berlusconi, morto lo scorso giugno.
Le immagini sono state individuate dagli investigatori che hanno esaminato tutte le puntate dello show dal 1991 al 1993, migliaia di ore di filmati, scoprendo tra il pubblico del teatro Parioli Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro in due distinte serate: il 13 novembre e il 30 dicembre 1992. I filmati e i fotogrammi sono stati poi mostrati a diversi collaboratori di giustizia che avrebbero riconosciuto i due corleonesi, in particolare Graviano, mentre ci sarebbe un margine di incertezza su Messina Denaro. Nessuno sul palco del teatro o in platea avrebbe potuto immaginare che seduti dal pubblico c’erano i due boss.
A dare lo spunto agli investigatori è stato lo stesso Graviano: intercettato in carcere parlando a un altro detenuto ha rivelato di essere stato nel 1992 a Roma in compagnia di «u Siccù, svelando di essere stato con Messina Denaro, seduti uno accanto all’altro, anche nel teatro in cui si registrava il Costanzo Show. Nel corso delle indagini è stato ascoltato lo stesso Maurizio Costanzo, deceduto lo scorso febbraio. Il giornalista e conduttore era una vittima designata da Cosa Nostra fin dall’anno prima, quando, con Michele Santoro, conduceva programmi durissimi nei confronti della criminalità organizzata. Morto Messina Denaro lo scorso settembre, che anche dopo l’arresto lo scorso gennaio ha sempre negato di conoscere l’altro boss, è rimasto solo Graviano a conservare i segreti di Cosa nostra e di quella stagione.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia