Trapani

Domenica 24 Novembre 2024

Fedelissimi di Messina Denaro, chi è Giovanni Vassallo: da «paciere» a sensale di cosa nostra

Giovanni Vassallo, arrestato oggi (20 dicembre) insieme ad altre due persone, secondo gli investigatori avrebbe fatto parte della rete di fedelissimi che gestiva le comunicazioni di Matteo Messina Denaro e avrebbe contribuito a finanziarne la latitanza. Ma all'imprenditore mazarese di 71 anni sarebbe anche stato demandato il delicato compito di risolvere le liti tra privati, cominciando dalle controversie nate dal mancato pagamento di debiti, si occupava anche di intermediazioni immobiliari incassando percentuali sulle vendite. Attività, quelle svolte da Vassallo, finito ai domiciliari con l’accusa di associazione mafiosa e definito dal gip «presidio giurisdizionale di cosa nostra», che assicuravano ai clan mafioso di Mazara del Vallo il controllo del territorio. Le indagine dei carabinieri del Ros hanno scoperto che l'uomo, nel giugno 2021, avrebbe anche raccolto lo sfogo di un «sensale» che lamentava l’intromissione di alcuni marsalesi nell’intermediazione per la vendita di un fondo che gli sarebbe stato assegnato dall'ormai defunto boss di Mazara del Vallo, Vito Gondola. Così Vassallo avrebbe fissato il prezzo della mediazione indicandolo nel 2% del valore dell’immobile a carico sia del venditore sia dell’acquirente. L'inchiesta del Ros ha anche accertato l’interessamento dello stesso imprenditore nell’assunzione di manodopera da parte di una ditta legittimamente aggiudicataria di lavori presso il depuratore di Campobello di Mazara e il suo intervento in una procedura giudiziaria per la vendita di un terreno dopo il fallimento della società proprietaria. I carabinieri hanno accertato anche il ruolo avuto da Vassallo in una rapina commessa a Palermo ad aprile del 2015 il cui bottino, secondo il pentito Attilio Fogazza, sarebbe finito nelle casse della famiglia di Matteo Messina Denaro attraverso l'imprenditore Giovanni Scimonelli, tra i finanziatori della latitanza del boss. Alario, accusato come Vassallo di associazione mafiosa, è già stato condannato in via definitiva per aver fatto parte del mandamento di Mazara del Vallo. Lodato è suo genero. Il blitz di oggi ricostruisce anche i contatti fra gli arrestati, con Vassallo ai domiciliari sono stati arrestati anche altri due uomini d’onore Emilio Alario, palermitano di 61 anni, e Giuseppe Lodato, mazarese di 32 anni, con personaggi di primo piano del mandamento di Mazara come Vito Mangiarracina, Vito Gondola, Antonino Cuttone, Giovan Battista Agate, Luca Burzotta, Dario Messina. Ma non solo: è stata anche approfondita la pista della Tunisia. Più di una volta è emerso infatti che Matteo Messina Denaro avrebbe usufruito di un covo in Tunisia. C’è anche questa vicenda nel blitz dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani. Ad attivarsi, per trovare un rifugio sicuro all’allora latitante, sarebbe stato Domenico Scimonelli (oggi detenuto). Ma sulla presenza tunisina del defunto padrino di Castelvetrano in passato si è già indagato. Sin dal 2010 quando in una delle tante segnalazioni anonime giunte agli investigatori si faceva riferimento al paese africano. Anche Don Ciccio Messina Denaro, il padre di Matteo, andava in Tunisia in gommone.

leggi l'articolo completo