Si aggrava la posizione dell'autista di Messina Denaro: lo portò in clinica 50 volte e chiedeva soldi per lui
Ai pm, dopo l’arresto, aveva raccontato di conoscere appena Matteo Messina Denaro, ma le indagini hanno smontato la difesa di Giovanni Luppino, l’imprenditore di Campobello di Mazara che il 16 gennaio scorso accompagnò il boss di Castelvetrano a fare la chemioterapia alla clinica La Maddalena e che venne arrestato assieme a lui. «Me lo ha presentato Andrea Bonafede con un nome falso e il 16 gennaio all’alba è venuto a chiedermi un passaggio a Palermo», aveva detto al pubblico ministero Piero Padova. Gli accertamenti dei carabinieri del Ros, però dicono altro: Luppino, prima di essere arrestato, avrebbe chiesto denaro ad alcuni imprenditori, dicendo che era un emissario del padrino di Castelvetrano e che i soldi erano destinati al boss. Circostanza confermata dai testimoni, ai quali l’autista del capomafia aveva chiesto le somme. Gli stessi hanno detto di non aver voluto dare a Luppino i soldi da fare arrivare all’ex latitante, morto lo scorso 25 settembre all’Aquila, città nella quale era detenuto. Gli esiti degli approfondimenti sono stati depositati agli atti del procedimento in corso a carico di Luppino, che dopo una prima accusa di favoreggiamento aggravato è ora imputato di associazione mafiosa. I legali hanno chiesto un termine per esaminare le nuove carte e l’udienza preliminare davanti al gip è stata rinviata al 24 novembre. Dalle analisi delle celle telefoniche di Luppino risulta, inoltre, che questi avrebbe portato il capomafia in clinica per ben 50 volte in due anni, mentre l’indagato aveva detto ai pm che con Messina Denaro aveva solo una frequentazione occasionale. Più volte i due avrebbero passato la notte a Palermo prima della seduta di chemio.