L'omicidio suicidio di Marsala, ora è caccia ai cellulari: i tanti punti oscuri della tragedia
I giorni che precedettero il battesimo della bimba di Marisa Leo, la trentanovenne uccisa dall’ex compagno Angelo Reina di 42 anni, furono giorni particolari. A raccontarli è don Vito Saladino arciprete della Chiesa Madre di Salemi. «Quando Marisa venne per il battesimo della bimba mi spiegò infatti che il papà non sarebbe stato presente spiegandomi le ragioni, e in quella occasione venni a conoscenza delle difficoltà e del travaglio. Marisa aveva già denunciato l’ex compagno per stalking, quindi c’era già una ordinanza che imponeva il divieto di avvicinamento per l’uomo. Sebbene Marisa mi apparve ragionevolmente preoccupata nella fase preparatoria, il giorno del battesimo, era felice per la sua bambina della quale era innamoratissima». Che poi continua: «Quel giorno Marisa fu assolutamente solare. Avevo l’impressione di essere più preoccupato io tanto che chiesi ai carabinieri di Salemi di muoversi attorno al perimetro della Chiesa Madre per evitare che potessero accadere momenti di disagio che per fortuna non accaddero». Con voce commossa don Vito sottolinea lo sgomento nell’apprendere la notizia. «Un po’ come tutti sono rimasto sconvolto e anche io non ho saputo reagire se non con la preghiera, con il raccoglimento la sera stessa, nel giorno in cui siamo stati raggiunti dalla notizia abbiamo sentito l’esigenza di radunarci in Chiesa, per un momento di preghiera. Per offrire quello di cui in quel momento eravamo capaci». Ci sono tanti punti ancora oscuri in questa tragica vicenda. Intanto bisogna capire cosa abbia spinto Marisa ad andare in contrada Ferla mercoledì ed incontrare ancora Angelo da sola. Ha lasciato l’azienda attorno alle 17 dicendo che stava andando a Marsala e null’altro. Aveva già ricevuto quella telefonata-trappola da Angelo per farsi raggiungere nel vivaio. A questo punto servono i cellulari di Marisa e Angelo che però non si trovano. Lì potrebbe esserci nascosta la chiave del mistero. Angelo dopo avere ucciso l’ex compagna deve averli presi e poi magari buttati da qualche parte forse. Probabilmente in autostrada o chissà dove. Gli investigatori ne sono alla ricerca. La zona dov’è stato rinvenuto il corpo senza vita di Angelo Reina, sotto il viadotto Cavaseno lungo l’A/29, all’altezza di Gallitello viene scandagliato palmo a palmo, così come avviene anche nel vivaio di contrada Ferla dov’è stato rinvenuto il corpo senza vita di Marisa. Angelo può essersene disfatto in un posto anche diverso però. Sarebbe stato invece accertato che le armi e le munizioni rinvenute dagli investigatori della Squadra Mobile di Trapani, e che erano nella disponibilità di Angelo Reina, parliamo della carabina calibro 22 con la quale ha ammazzato Marisa colpendola sotto l’addome, e la semiautomatica 7,65, oltre alle munizioni rinvenute nell’auto, una Porsche Cayenne presa a noleggio, non erano state denunciate. Appariva strano infatti che una persona con a carico due denunce per stalking, un rinvio a giudizio e che aveva subito un processo, anche se poi la vittima aveva ritirato la querela, avesse potuto acquistare legalmente armi e munizioni. Un uomo ritenuto pericoloso, sempre pronto al litigio, ossessionato fino a predisporre un piano di morte per la donna e madre di sua figlia. Questo era il «bel Angelo», che solo apparentemente appariva sereno, simpatico, dai modi garbati, ma solo con gli estranei, non con Marisa. Con la quale non mancava di litigare e che probabilmente non perdonava l’averlo nuovamente allontanato per l’ennesima volta. Gli investigatori lavorano per risalire a chi ha fornito ad Angelo Reina armi e munizioni, ma anche per capire se sono state utilzzate in altre vicende di cronaca. Intanto la salma della giovane ha lasciato l’obitorio del cimitero di Marsala ed è stata trasferita all’istituto di medicina legale di Palermo dove domani dovrebbe essere eseguita l’autopsia. Un atto dovuto per capire se la giovane mamma di Salemi sia morta sul colpo o magari poteva essere salvata. Si lavora anche sulle testimonianze di familiari, parenti, amici, colleghi di lavoro, su tutto il materiale a disposizione per chiarire i contorni di questa triste vicenda che ha portato ad un epilogo così tragico. Non si capisce se anche su Angelo Reina verrà effettuato un esame autoptico, magari per conoscere se l’uomo ha agito sotto l’effetto di sostanze che ne hanno offuscato la mente o se invece era vigile e cosciente quando ha sparato su Marisa. Così fa propendere la scoperta delle munizioni all’interno dell’automobile che l’uomo aveva preso a noleggio una settimana fa. Non è stata ancora formalizzata alcuna nomina, ma è sicuro che la famiglia Leo ha già individuato un legale per tutelare i diritti della minore.