Mazara, giri d'affari illeciti: sequestrati all'imprenditore Signorello beni per due milioni e mezzo di euro
Investigatori della polizia, in servizio alla divisione anticrimine e militari della guardia di finanza, in forza al nucleo di polizia economico-finanziaria di Trapani hanno eseguito stamane a Mazara del Vallo. un provvedimento di sequestro anticipato di beni ai fini della confisca, nei confronti di un imprenditore. Valore complessivo dei beni circa 2 milioni e mezzo di euro. L'operazione è stata denominata "per tabulas". Il provvedimento ha colpito l'imprenditore mazarese Vito Signorello, 55 anni. Un nome il suo legato ad alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari. Il sequestro Il provvedimento prevede il sequestro preventivo di un appartamento per civile abitazione con pertinenze a Mazara; un locale adibito a deposito pure a Mazara; quote societarie e un intero compendio aziendale di 6 società sempre aMazara. Tra i beni delle citate società: un albergo; uno stabilimento balneare con ristorante; un lotto di terreno con strutture adibite ad autolavaggio ed ad uso ufficio e lotto di terreno a Mazara. Le aziende ed i beni sono state affidate ad un amministratore nominato dal tribunale di Trapani che ne assicurerà la gestione con l’obiettivo di non disperdere posti di impiego e contratti in essere con terzi estranei al provvedimento di sequestro. L'imprenditore Vito Signorello è molto conosciuto a Mazara del Vallo. Per gli investigatori avrebbe fatto impresa attraverso un sistematico ricorso a condotte illecite. "Le analisi sulla pericolosità sociale - dicono gli investigatori - hanno evidenziato come Signorello abbia improntato la propria attività imprenditoriale (inizialmente nel settore del commercio di carburante e di lavaggio auto, e poi nel settore turistico-alberghiero) finanziandola con la commissione di reati lucrogenetici, soprattutto in materia fallimentare e tributaria, da cui ha per buona parte tratto il proprio sostentamento, per sé e per la propria famiglia, continuando ad operare sul libero mercato mediante condotte sistematiche di fraudolento ricorso al credito bancario, di distrazione di ingenti risorse da società avviate al fallimento, nonché di evasione fiscale". Signorello ha allestito negli anni, una raffinata organizzazione di società. Un cartello di società, la prima fu la Centrosig, alcune intestate anche a propri familiari, albergo, ristorante, strutture balneari, la cui gestione, riguarda anche la Sea Touring, e poi Oasi Mare, a partire dai primi anni del 2000, sarebbe stata improntata all’evasione fiscale ed alla distrazione di risorse sia in favore del proprio nucleo familiare che in favore di sempre nuovi progetti economico-imprenditoriali, realizzati a discapito dell’erario e dei creditori. Circa il modus operandi, questo sarebbe stato improntato nell’allestire ed impiantare società (la prima esercente nel commercio di carburanti), gravarle di debiti, non onorarli per poi chiedere ad istituti bancari la rinegoziazione di quegli stessi debiti aprendo nuove e più ingenti linee di credito. Una volta ottenuti i nuovi finanziamenti (che dovevano essere destinati al risanamento della società in dissesto) lo stesso avrebbe puntualmente e serialmente distratto i fondi ottenuti, intascandone una parte per il proprio sostentamento ed investendo il resto in nuove e sempre più importanti attività imprenditoriali nel settore ricettivo e turistico, per poi ciclicamente portare le nuove società a bancarotta e reiterare così le proprie condotte illecite. Per queste condotte negli anni Signorello ha riportato condanne divenute irrevocabili per i reati di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, mancato versamento di oneri tributari ed altri reati in materia fiscale. Una metodologia criminale che si è rinnovata sino a tempi recenti, quando – lo scorso anno – una società riferibile alla figlia si è aggiudicata, partecipando alla vendita giudiziaria relativa alla procedura esecutiva, di una delle ultime sue società fallite, un albergo di Mazara del Vallo, oggetto del sequestro odierno. “Quest'ultimo episodio – scrivono gli investigatori - ha fornito una straordinaria evidenza circa l’attualità della pericolosità sociale del proposto e la necessità ed urgenza di anticiparne il sequestro dei beni ai fini di un’eventuale confisca di prevenzione. Con tale criminale metodo Signorello ha accumulato negli anni ingenti capitali; le indagini patrimoniali esperite nei confronti del proposto hanno consegnato una rilevante “sproporzione” tra i redditi lecitamente acquisiti e la reale disponibilità economico-finanziaria dello stesso e del suo nucleo familiare. A settembre del 2014 l'imprenditore Vito Signorello, allora 46enne, fu condannato a due anni dal gup di Marsala Francesco Parrinello per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Signorello patteggiò la pena, che fu sospesa. Ad inizio estate 2014 l'imprenditore mazarese, aveva subito la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Mazara dal gip. Lui decise allora di scontarla sul proprio yacht, ormeggiato nel porticciolo turistico di Marsala. Signorello già allora era legale rappresentante della "Oasi Mare srl", dichiarata fallita dal tribunale di Marsala a marzo 2012. Il ‘’buco’’ economico della società fallita è stato stimato dagli inquirenti in oltre sette milioni di euro. Signorello avrebbe falsificato i libri e le scritture contabili della Oasi Mare con diversi espedienti contabili (saldo cassa negativo, differenze tra saldi bancari effettivi e contabilità, doppia registrazione di fatture passive, assegni tratti su conti correnti di altre società a lui riconducibili ma con timbro di traenza di diversa società). Tutto ciò a danno dei creditori. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Trapani – sezione misure di prevenzione su proposta del questore di Trapani, per l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di polizia con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di abituale dimora e della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro anticipato dei beni, ai fini della confisca, avanzata a conclusione di analisi condotte sui precedenti giudiziari dell'imprenditore e di approfondite indagini patrimoniali svolte nei suoi confronti dalla divisione anticrimine e militari della guardia di finanza, in forza al nucleo di polizia economico-finanziaria di Trapani.