«Contatti tra Matteo Messina Denaro e la ‘ndrangheta? I rapporti tra Cosa Nostra e ‘ndrangheta ci sono da sempre. Da più di un secolo. Quando ancora non si chiamava ‘ndrangheta e quando, nel periodo borbonico, nelle carceri ad esempio di Favignana c’erano picciotti, criminali siciliani, calabresi e campani». È quanto ha affermato, ieri pomeriggio, il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, a margine del convegno tenutosi nel Complesso monumentale di San Pietro, a Marsala, nell’ambito della terza edizione del «Gran Galà della Cultura e della Legalità», organizzato da «Viva Voce» insieme a Fidapa Bpw Sicilia, con la compartecipazione del Comune e il patrocinio del ministero dell’Istruzione.
In mattinata Gratteri aveva parlato ai giovani delle scuole marsalesi al Teatro Impero. E a proposito di giovani, al magistrato calabrese è stato chiesto se la cattura di Messina Denaro può essere un punto di svolta per tentare di acquisire anche un momento di maggiore coscienza, per pensare di fare piazza pulita della mafia e dei sui feticci. «Piazza pulita della mafia mi sembra un parolone, un’esagerazione – ha risposto Gratteri –. Io penso che con il sistema giudiziario attuale, penale processuale e difensivo, e con il sistema scolastico attuale noi possiamo solo arginare le mafie, possiamo solo pareggiare le partite. Per sconfiggere le mafie ci sarebbe bisogno, nel rispetto della Costituzione, di un sistema penale, processuale e detentivo proporzionato a queste realtà criminali. E quindi un sistema non conveniente a delinquere. Ci sarebbe tanto da fare sul piano normativo, sul piano dell’istruzione e della cultura».
Nei giorni scorsi, intanto, il procuratore di Trapani, Gabriele Paci, ha detto che la riforma Cartabia, imponendo la velocità sui risultati, non facilita le indagini contro Cosa Nostra e il crimine organizzato in genere. «Io sono stato uno dei primi – ha affermato Gratteri – a criticare l'allora ministro Cartabia e Draghi, che hanno varato le riforme sulla giustizia facendo poi votare subito il Parlamento sulla improcedibilità. Improcedibilità che ha tradito il mandato dell’Europa, che aveva detto: se volete i soldi, dovete velocizzare i processi. Con l’improcedibilità, invece, saranno ghigliottinati i processi, non velocizzati. Non mi pare che sia questo il metodo giusto per contrastare le mafie e soprattutto per risolvere il problema giustizia. Come giudico l’azione del governo Meloni nel contrasto alle criminalità? Lo dirò quando vedrò le prime riforme…».
Al Teatro Impero, assieme ad altri (c’erano anche il direttore della Dia, Maurizio Vallone, e il giornalista Salvatore Cusimano), Gratteri ha cercato di spiegare agli studenti la «non convenienza a delinquere, con un approccio non morale o etico, ma economico, perché ai giovani di oggi si parla di soldi, non si parla di morale o di etica, perché non saremmo ascoltati».
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