Trapani

Lunedì 07 Ottobre 2024

Marsala, in carcere ex pastore evangelico: era ricercato dopo condanna per abusi su minori

Finisce in carcere Salvatore Lipari, l’ex pastore di una chiesa evangelica pentacostale di Marsala, condannato in via definitiva a 6 anni e 8 mesi per violenza sessuale nei confronti di alcune ragazze all’epoca dei fatti minorenni. L’uomo, che deve scontare un residuo di pena di 5 anni e mezzo su provvedimento restrittivo emesso dalla Procura generale presso la corte di appello di Palermo, era ricercato perché era riuscito a sfuggire alla cattura. La condanna definitiva risale al maggio 2022. I carabinieri di Trapani l'hanno rintracciato nel quartiere Fontanelle grazie anche alla collaborazione di alcuni cittadini e ieri sera l’hanno bloccato. Le indagini erano state svolte dai carabinieri di Marsala che, già nel 2017, avevano arrestato l’ex pastore. L’uomo, oggi settantaduenne, abusando dell’autorità derivante dal proprio ruolo di guida religiosa, in reiterate occasioni, durante momenti di preghiera, costringeva le vittime a subire atti sessuali convincendole che, così, si sarebbero liberate «dagli spiriti maligni» che le possedevano. Lipari era il pastore della chiesa evangelica pentascostale «Nuova Gerusalemme» di Marsala . È stato condannato per violenza sessuale, per avere indotto quattro ragazze di Castelvetrano, allora minorenni, a subire le sue morbose attenzioni. Una storia squallida che ebbe nel 2010, quando alcune mamme iniziarono a frequentare il pastore, al quale come devote fedeli, della comunità evengelica , cominciarono a raccontare alcune difficoltà comportamentali delle figlie allora adolescenti. L’uomo diagnosticò che le ragazzine «sicuramente erano possedute nelle parti intime dal demonio», dando la disponibilità ad esorcizzare il male. Il «piano terapeutico», attuato dal pastore evangelico, in parte a Marsala e altre volte presso la sua abitazione di Trapani, portò due delle vittime a subire violenze sessuali. Le ragazzine contestualmente venivano invitate a partecipare emotivamente al rito, affinché diceva, «si potesse scacciare il demonio ». A seguito di querela sporta dal padre di una delle vittime ai carabinieri, scattò l’indagine, che portato agli arresti domiciliari il pastore. Lipari scelse il giudizio abbreviato da cui è derivata la condanna dello stesso in primo grado alla pena di quattro anni e due mesi di reclusione per violenza sessuale per induzione e a un risarcimento del danno a due delle vittime di 30.000 euro e alle altre meno «esorcizzate» di 15.000 ciascuna. La stessa sentenza è stata poi appellata dalla Procura in Corte di Appello, che ha deciso per l’aggravamento della pena a sette anni. L’imputato ha poi scelto di ricorrere in Cassazione, chiedendo l’inammissibilità dell’appello del pm, che aveva determinato l’aggravamento della pena a sette anni. Un anno fa la coondanna definitiva in Cassazione.

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