L’arresto di Matteo Messina Denaro ha svelato un’altra delle facce dell’ex padrino di Cosa nostra. Difficile definirla come la parte «umana» dell’ex boss, diciamo piuttosto una parte nascosta fino ad oggi ed emersa solo con l’arrivo della malattia. Ed è proprio alle amiche conosciute mentre faceva la chemioterapia a Palermo, dove è stato arrestato lo scorso 16 gennaio, che Messina Denaro, che non aveva avuto alcuna esitazione ad uccidere una donna incinta di tre mesi o a sparare ad un commissario di polizia imbracciando un Kalashnikov o a sciogliere nell’acido un bambino di 14 anni, rivela la sua paura di morire. Insomma proprio lui che pensava di essere «un felino, invincibile e imprendibile» gli era capitato un fatto così grave. Alle amiche scrive così che quel corpo con quella malattia non gli apparteneva e non lo voleva, perchè lui era una persona diversa prima, uno che si divertiva che aveva attraversato il mondo. «Ancora io non riesco a capacitarmi, il mio corpo mi ha tradito, non lo sopporto. Io avevo una vita bellissima e non avevo previsto ciò, non ci avevo mai pensato e non lo accetto, ma sono un guerriero e non lo dico per farmi coraggio o per retorica, ma perché non la do vinta a nessuno, neanche all’intruso. Anche se la creatura è dura a morire». Un servizio completo di Laura Spanò sul Giornale di Sicilia in edicola oggi