Un allevatore di Misiliscemi, Carlo Bucaida, 36 anni, processato per maltrattamenti a familiari, lesioni personali, atti persecutori e violazione di domicilio, è stato condannato dal Tribunale di Trapani a cinque anni e quattro mesi di carcere. Per l’uomo, attualmente recluso al Pagliarelli di Palermo, il pm aveva chiesto quattro anni e mezzo.
A subire le violenze dell’allevatore sarebbero stati l’ex compagna e il figlio minorenne della donna. Il ragazzo, portato in campagna per accudire le pecore, sarebbe stato colpito al capo anche con un «piede di porco», con pietre e altri oggetti. E gli sarebbe stato intimato di non dire nulla alla madre, altrimenti lo avrebbe lasciato a digiuno. In altre occasioni, lo avrebbe colpito con pugni alla testa. Anche la donna, per circa tre anni, fino al termine del periodo di convivenza (gennaio 2022), sarebbe stata ripetutamente maltrattata, anche in presenza dei figli minori, aggredita, picchiata, insultata e umiliata. E quando decise di interrompere la relazione, rivolgendosi anche alle autorità, Bucaida avrebbe iniziato a minacciarla e a molestarla. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe agito anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Nel processo la donna e il figlio si sono costituiti parte civile, con l’assistenza degli avvocati Gaspare Stabile e Antonino Rallo del foro di Marsala.
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