La Corte di Appello di Palermo ha revocato la confisca dei beni disposta dal Tribunale di Trapani nel 2014 e nel 2015 nei confronti di Antonino Palmeri, ritenuto vicino alla mafia di Castellammare, e dei suoi figli, considerati prestanome del padre. Arrestato nell’ambito del procedimento per la strage di Pizzolungo, in cui la mafia attentò alla vita del giudice Carlo Palermo nel 1985, fu successivamente assolto. Fra i beni confiscati, l’hotel Grotticelli di Scopello, due società e altri beni immobili e rapporti finanziari, alcuni di provenienza ereditaria, altri acquisiti successivamente con attività, hanno riconosciuto i giudici, lecite. Il decreto del tribunale trapanese, confermato dalla corte di appello di Palermo, su ricorso degli avvocati Baldassare Lauria e Laura Ancona è stato annullato dalla Corte di Cassazione una prima volta nel 2019 per difetto di motivazione e, dopo l’ulteriore conferma da parte della corte di appello palermitana, è stato annullato una seconda volta con rinvio per un nuovo giudizio. Questa volta, però, la Corte di appello ha revocato ogni capo della confisca e ordinato la restituzione dei beni.