Trapani

Sabato 23 Novembre 2024

Salemi: il ragazzo trovato morto in un casolare aveva paura, lo scrisse pure in una lettera

Il luogo in cui è stato trovato il corpo di Manuel Spagnolo

Un tassello si aggiunge al giallo della morte di Manuel Spagnolo, il ventunenne trovato morto a Salemi, in un casolare abbandonato in contrada Vigna Grande. Era il 12 agosto scorso e del ragazzo non si avevano notizie dalla notte fra il 10 e l'11 agosto. Una lettera potrebbe dare una svolta alle indagini. La cognata, Valentina Caradonna, moglie del fratello Giuseppe, l'ha trovata a casa di Manuel. Il giovane, nella lettera, scrive di «persone» che potevano fargli del male. «Prendono a me per cattivo, ma i veri mostri sono in giro». Una frase seguita da una serie di iniziali che adesso sono al vaglio degli inquirenti. L’allarme era scattato la mattina dell’11 agosto, quando la fidanzata del ragazzo avrebbe avvisato la cognata, con un messaggio whatsapp, che la notte Manuel non era rientrato a casa.  Verrà trovato privo di vita in contrada Gessi, nelle campagne tra Salemi e Gibellina, a due passi da casa del fratello. Subito i fratelli Giuseppe e Andrea, cosi come i genitori e la cognata Valentina, hanno pensato che non potesse trattarsi di un suicidio, per vari motivi. Ad avvalorare la tesi, gli iniziali esiti dell’autopsia che rivelano lesioni incompatibili con l’omicidio, ed evidenti segni di trascinamento del corpo. Bisognerà aspettare gli esiti delle analisi del Ris di Messina: i carabinieri alcune settimane hanno svolto i rilievi tecnici all’interno del casolare e nei dintorni. «Mio cognato negli ultimi mesi era molto spaventato - racconta Valentina - aveva paura di ogni cosa. Quando veniva a trovarci a casa a piedi, perché non aveva la patente, voleva essere riaccompagnato perché aveva paura di tornare solo a casa e tante volte rimaneva a dormire da noi. Diceva spesso alla madre: “Quando mi ammazzeranno, mi rimpiangerete”. Quando abbiamo scoperto l’accaduto - racconta - sono andata a casa sua per cercare i documenti e ho trovato un borsone della Nike. Ero incuriosita e l’ho aperto. Con mio stupore ho trovato questa lettera, anche se sembrano degli appunti. Non ci ho pensato due volte e l’ho consegnata in caserma».

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