Potrebbe trattarsi di un nuovo caso di malasanità quello che ha come protagonista un 52enne di Erice. È il 22 agosto scorso sono le 4,48, Giuseppe Bonfiglio, sposato e padre di due figli viene dichiarato morto, all'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani.
L'uomo poco prima si era accasciato a terra improvvisamente. Bonfiglio accompagnato dal figlio Vincenzo si trovava al pronto soccorso a causa di dolori addominali lancinanti avvertiti nel corso della notte. Ma dal Triage, Bonfiglio, non è più uscito se non dentro una bara. Mercoledì, al Policlinico di Palermo disposta dal sostituto procuratore Antonio D'Antona della Procura di Trapani, è stata eseguita l'autopsia sul corpo dell'uomo dopo la denuncia presentata dalla moglie della vittima assistita dall'avvocato Fabio Sammartano ai carabinieri.
Il sospetto della donna è che il marito sia stato vittima di un caso di malasanità. La Procura vuol vederci chiaro ed ha aperto una indagine. Sotto sequestro così è finita tutta la documentazione sanitaria presso gli uffici del presidio ospedaliero di Trapani. Nell'esposto denuncia la moglie di Bonfiglio chiede “la punizione di chiunque in ordine alle responsabilità ravvisate nei fatti, menzionati nell'esposto denuncia” e il racconto di quanto è accaduto prima che Bonfiglio si accasciasse a terra esamine. Scrive la moglie Enrica “il 22 agosto sono rimasta vedova di Bonfiglio Giuseppe a causa di un gravissimo disservizio del Pronto Soccorso presso il Presidio Ospedaliero di Trapani”.
L'uomo nella mattinata del 22 agosto era stato accompagnato dal figlio Vincenzo, presso il Pronto Soccorso di Trapani avvertiva dei fortissimi dolori addominali. “Giunti all’ingresso del pronto soccorso – si legge nella denuncia - venivano prontamente ricevuti dalla guardia giurata presente sul posto che, senza alcuna esitazione, provvedeva a chiamare l’infermiere di turno addetto alla ricezione dei pazienti per l’imminente intervento sanitario che quel caso certamente richiedeva”. Vincenzo Bonfiglio ha riferito alla signora Enrica (sposata in seconde nozze dal padre) che “dopo qualche momento dall’intervento della guardia giurata, dalla stanza adibita al Triage dei pazienti usciva nel corridoio l’infermiere addetto che, incurante dei forti lamenti del padre, causati dal dolore e dalle evidenze di soccorso che il caso di specie necessitava, con fare molto rilassato riferiva ai presenti che occorreva attendere senza però fornire motivazioni di sorta e sul posto del Triage non vi erano altri pazienti in attesa di cure”.
Dopo qualche minuto però Giuseppe Bonfiglio non riuscendo più a contenere gli spasmi addominali si è alzato dalla sedia inziando a passeggiare lentamente nel corridoio di fronte alla stanza del Triage – nei pressi dei distributori automatizzati delle bevande – ma poco dopo all’improvviso è caduto a terra privo di vita. A quel punto è arrivato l’infermiere addetto al Triage con altri infermieri e medici, ma purtroppo solo per accertare l’avvenuto decesso di Bonfiglio che fino a quel momento non aveva ricevuto nessuna cura, neppure aveva ottenuto il Triage della propria condizione di salute, “circostanza quest’ultima che ha colposamente impedito il successivo intervento dei sanitari preposti al pronto soccorso per le cure del caso”, si legge nll'esposto. È stato anche evidenziato che “nessuna giustificazione aveva inteso fornire l’infermiere addetto al Triage circa la clamorosa attesa del paziente, nonostante le evidenze d’urgenza palesate dai sintomi sofferti dal malcapitato ed ampiamente reclamate a gran voce dal figlio di quest’ultimo presente quale accompagnatore”. Pochi minuti prima che Giuseppe Bonfiglio si accasciasse a terra sul posto erano presenti due militari dell’Arma intenti in mansioni d’ufficio.
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