Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie a Trapani ha perso una combattente. Lucia Calì, attivista della sede trapanese, ieri se ne è andata in punta di piedi dopo avere combattuto per anni contro una malattia che sembrava scomparsa. Era una persona che non si arrendeva. Era entrata a far parte di Libera come moglie di uno dei superstiti della strage di Pizzolungo, il marito Salvatore La Porta, era uno degli agenti di scorta del giudice Carlo Palermo, rimasto gravemente ferito il 2 aprile 1985. Nel tempo Lucia era diventata una testimone, andava nelle scuole, incontrava la gente, tutte occasioni per raccontare e testimoniare la sa vita accanto ad un sopravvissuto ad una strage mafiosa. Lucia era fatta così. In uno dei suoi post aveva scritto: «Sei anni fa ero anche io in via D’Amelio a ricordare la strage di persone meravigliose». E lei sapeva sulla sua pelle cosa significava perchè l’aveva vissuto in prima persona. Sofia, una sua amica l’ha ricordata così: «Ognuno di noi nella vita affronta una grande battaglia. Lucia ha attraversato la sua con il dolore ma con anche con la forza che la contraddistingueva. I combattenti che non si lasciano cambiare dalla rabbia e dai dolori della vita fino all’ultimo io le chiamo “Anime belle” e la mia Lucia lo era».