Dopo l'operazione antimafia “Cutrara” a Castellammare del Golfo, di cui al momento si sta celebrando il processo, i carabinieri del comando provinciale di Trapani non si sono fermati e indagando sui beni del boss di Castellammare del Golfo, Francesco Domingo, hanno trovato un tesoretto da 1 milione di euro, oggi sequestrato. L'appellativo di “Ciccio Tempesta” non gli fu dato a caso. Francesco Domingo, castellammarese, appena iniziata la sua carriera mafiosa infatti era considerato una sorta di scapestrato, uno però che ci sapeva fare certamente. Quando negli anni ’80 e ’90 i capi della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, parliamo di Mariano Asaro, Michele Mercadante, Gino Calabrò, finirono in carcere, don Ciccio Tempesta ne approfittò diventando il reggente di Cosa nostra castellammarese. Tornato libero dopo un arresto per associazione mafiosa, Tempesta aveva riorganizzato la cosca. Nel giugno 2020 però i carabinieri tornarono ad arrestarlo nell'ambito dell'operazione antimafia Cutrara. I militari del nucleo operativo, agli ordini del tenente colonnello Antonio Merola, che avevano piazzato una microspia nella casa di campagna di Domingo, in contrada Gagliardetta – scoprirono che era tornato a discutere di affari con Cosa nostra americana, che puntualmente veniva aggiornato sulle dinamiche della mafia d’oltreoceano. Incrociando i dati raccolti dal Fbi, la conclusione a cui giunsero gli investigatori è che Francesco Domingo “era risultato essere il punto di riferimento principale per gli affiliati statunitensi nel territorio di Castellammare del Golfo e che, pertanto, il suo ruolo di capomafia è riconosciuto addirittura oltre oceano”. È nell’estate 2016 che viene registrato il primo incontro fra Domingo e Antonino Mistretta, che l’Fbi considera molto vicino a Baldassare Amato, già condannato negli Stati Uniti per l’omicidio del boss Carmine Galante. L'altro personaggio incontrato più volte da Domingo è Giuseppe Vultaggio, cittadino statunitense di origini alcamesi. Quattro anni prima di quell'incontro qualcuno va a chiedere aiuto per “un picciutteddu” che doveva lavorare per un’impresa del settore dei rifiuti. Nella stessa estate c’è anche l’incontro con Salvatore Montana, omonimo dell’ex capo della famiglia Bonanno assassinato in Canada. Insomma quando un americano aveva bisogno di qualcosa era a lui che si rivolgeva. Intanto per via delle parentele di don Ciccio Domingo. La La zia, Angela Domingo, era sposata con un appartenente ai Maranzano, (Salvatore Maranzano fu il primo capo mafia italo americano originario di Castellammare del Golfo, ucciso a New York il 10 settembre 1931). Ed ancora: Domingo è “figlioccio” di Antonino Giuseppe Montagna, padre di Salvatore Montagna, detto “Sal il fabbro”, ritenuto ai vertici della famiglia Bonanno, capeggiata dal successore di Maranzano, Joseph Bonanno, assassinato il 24 novembre 2011 a Montréal.