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Il vescovo Mogavero lascia la diocesi di Mazara dopo 15 anni: è stato voce di migranti e pescatori

Monsignor Domenico Mogavero

Dopo 15 anni monsignor Domenico Mogavero lascia il governo della Diocesi per raggiunti limiti d'età (il 31 marzo scorso ha compiuto 75 anni).

La sua nomina risale al 22 febbraio del 2007, per opera di Benedetto XVI, successivamente riceve la consacrazione espiscopale nella cattedrale di Palermo il 24 marzo dello stesso anno per l'imposizione delle mani del cardinale Camillo Ruini, coconsacranti l'allora arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, poi divenuto cardinale e il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo. L'ingresso in diocesi a Mazara il 1 aprile 2007 domenica delle Palme.
La sua grande esperienza all'interno della Cei, in particolare, degli uffici giuridici dell'Ente, ne favorisce il quasi immediato ritorno nei ranghi della Conferenza, con la nomina a presidente del Consiglio per gli Affari Giuridici. La nomina risale al 29 marzo 2007, per coprire il vuoto dopo il trasferimento alla Curia romana di Francesco Coccopalmerio, divenuto presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi. Mogavero non abbandona l'esercizio del suo incarico pastorale, che svolge contemporaneamente all'incarico presso la Cei per oltre tre anni.

All'interno della Conferenza Episcopale Siciliana è vescovo delegato per le migrazioni, mentre a settembre 2010 la nomina a membro della Commissione episcopale della Cei per le migrazioni.

Da Mazara del Vallo diventa la “voce” dei migranti e dei pescatori, questi ultimi alle prese da decenni con i sequestri operati da militari dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo. “Noi siamo una Chiesa di pescatori, di gente legata al mare, a quello che porta. E una Chiesa legata al mare non può tradire se stessa”. Nei suoi molteplici interventi contro le stragi nel mar Mediterraneo la sua continua richiesta all'UE e all'Italia per una seria politica d'accoglienza.

Per le vicende legate alla pesca e ai pericoli che corrono i pescatori ha più volte ribadito: “Prima di dover raccogliere di nuovo amaramente il cadavere di qualche pescatore o marittimo, siciliano o immigrato, imbarcato su mezzi mazaresi, ci si affretti a trovare il modo la via giusta del dialogo per risolvere questa querelle internazionale che sembra un nodo inestricabile per tutti”.

Il 2 maggio 2011 balza agli onori delle cronache per aver accettato dallo stilista Giorgio Armani la donazione di tre abiti liturgici, le foto con i tre abiti fanno il giro del web. Nel giugno 2011 viene nominato dalla Santa Sede, visitatore apostolico nella diocesi di Trapani. Il provvedimento è legato ad un’inchiesta della Procura di Trapani sulla gestione di due Fondazioni della Curia trapanese, come pure a dissidi tra Micciché ed alcuni prelati della diocesi. L'indagine della Procura, che avrebbe innescato il procedimento, riguarda un presunto ammanco di soldi - oltre un milione di euro - nella fase di incorporazione da parte della fondazione "Auxilium" di un'altra fondazione gestita dalla Curia: la "Campanile". L'inchiesta è condotta dalla sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza presso la Procura."Le mie funzioni saranno di tipo istruttorio. Dovrò fare luce su una serie di fatti poco chiari nella diocesi trapanese segnalatimi dal Vaticano e riferirne quindi alla Santa Sede”, le parole di monsignor Mogavero al Giornale di Sicilia.
Al termine un'istruttoria gli esiti vengono poi raccolti in una relazione, e consegnata direttamente a Benedetto XVI. L'allora vescovo di Trapani Francesco Miccichè verrà di lì a poco destituito e confermata la sospensione dell'ex-economo diocesano, con provvedimenti presi il 19 maggio 2012.

Il suo impegno nei confronti di migranti e pescatori nel corso degli anni non si ferma mai. Il vescovo Domenico Mogavero è al fianco delle famiglie dei 18 marittimi tenuti prigionieri per oltre cento giorni in una caserma della Libia, dopo essere stati sequestrati dai militari di Haftar. E proprio in quei giorni di grande sofferenza ed apprensione utilizza parole durissime per definire l’azione compiuta dall’esercito di Haftar. "Quella che è stata compiuta è un’ingiustizia, perché non ci sono ragioni che giustificano questo durissimo e gravissimo atto di ostilità. Ora diciamo basta: è ora che chi di dovere intervenga, anche con corpi speciali, affinché i pescatori possano fare rientro nelle loro famiglie".
Il 29 luglio scorso papa Francesco accetta la sua rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Mazara del Vallo per raggiunti limiti d'età.

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