Continua lo stato d’allarme provocato dalla siccità, che sta mettendo in ginocchio il comparto agricolo, e che viene aggravato da furti e guasti agli impianti di irrigazione ed alla condotte idriche. Un quadro preoccupante, che viene tracciato dalle cooperative vitivinicole, denunciando una realtà grave, che mette in pericolo la prossima vendemmia, e chiedendo un intervento diretto da parte della Regione, perché venga dichiarato lo stato d’emergenza. A tenere banco è ancora una volta la situazione della diga Trinità di Castelvetrano, che nelle scorse settimane era stata al centro delle polemiche per lo sversamento forzato in mare di milioni di metri cubi d’acqua, a causa della mancata manutenzione antisismica. A ciò adesso si aggiungono una serie di furti di rame, quadri elettrici e pompe idrauliche, pure nella diga Garcia, che ridurrebbero ulteriormente la portata irrigua, come reso noto dal Comitato spontaneo che riunisce alcune importanti cooperative vitivinicole siciliane: «Siamo in allarme – si legge in una nota – abbiamo necessità di irrigare i campi per arrivare alla vendemmia senza troppo stress per le piante, con conseguenti difficoltà di maturazione che potrebbero comportare irreparabili perdite per il settore». Perciò il grido d’allarme diventa ancora più forte, e viene rivolto direttamente al governo regionale, che si faccia portavoce delle loro istanze verso Roma: «Il deficit idrico che ci troviamo a fronteggiare richiede un’attenzione massima, così come sta accadendo per diverse regioni del Nord – sottolineano i presidenti delle cantine – Chiediamo al presidente della Regione Siciliana di inviare una richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza per siccità. La situazione è ormai irreversibile: occorre velocizzare gli interventi infrastrutturali con mezzi e poteri straordinari, per salvare il salvabile». Le cooperative agricole, inoltre, chiedono che si avvii la riforma dei Consorzi di bonifica, con una regia unica per ammodernare la rete regionale: «La priorità, a nostro avviso è quella dei collettori tra le dighe provinciali, per evitare che l’intero sistema possa essere messo in crisi – continuano – Poi occorre mettere fine alla stagione dei commissariamenti, riordinare le competenze sulla gestione idrica, istituire un’unità di crisi permanente che metta insieme cantine, associazioni di categoria e sindaci del territorio e utilizzare il personale della Forestale come polizia idraulica al fine di evitare furti d’acqua». «Noi e i nostri agricoltori conosciamo il territorio più di chiunque altro – si conclude - vorremmo solo essere chiamati in causa per cercare insieme di trovare le soluzioni più idonee, evitando i disastri che si prospettano all’orizzonte».