Domani pomeriggio (7 luglio) nella parrocchia Sant'Achille, la città di Molfetta saluterà per l'ultima volta Antonio Andriani, il manager 40enne, deceduto domenica scorsa a Erice per una tragica fatalità nel corso dei festeggiamenti per il suo compleanno. I funerali di Andriani saranno celebrati alle 17. La salma, dopo l'ispezione cadaverica eseguita dal medico legale, era stata restituita alla famiglia. In atto la Procura di Trapani ha disposto accertamenti tecnici sulla copertura del pozzo che è sprofondata portando giù anche il manager, poco dopo la mezzanotte del 3 luglio. Sotto sequestro sono finiti i resti della copertura recuperati dai vigili del fuoco e dai carabinieri. Nell'indagine c'è un solo indagato, il proprietario della villetta. Un atto dovuto per dare la possibilità al proprietario della casa di partecipare con un proprio consulente agli accertamenti tecnici che la Procura farà con un perito sulla copertura in cemento del pozzo che si è spezzata sotto il peso dell'uomo. Antonio Andriani era molto conosciuto a Molfetta e la sua morte ha colpito l'intera comunità. A Erice, nella villetta di contrada Pegno, dove viveva da un anno, per festeggiare i suoi 40anni erano arrivati familiari, amici e parenti dalla Puglia. Angoscia e dolore per quanto è accaduto in una serata che era nata solo per divertimento e che si è interrotta tragicamente. Il medico legale ha accertato che i polmoni dell'uomo erano liberi dall'acqua, quindi la morte è avvenuta quasi istantaneamente, probabilmente a causa della profonda ferita alla nuca. Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini ha diffuso una nota per ricordare Andriani: "Le indagini in corso - scrive - chiariranno le responsabilità di quell'incidente. Ma Antonio non potranno restituircelo. Non potranno restituirlo alla famiglia, ai suoi amici di sempre, a Molfetta che, da giorni, sgomenta e incredula, non riesce ad accettare quanto è accaduto, nelle modalità con cui è accaduto. È difficile trovare le parole giuste per dare voce al dolore. Conoscevo Antonio, conoscevo la sua passione per la musica e per Renato Zero, il suo idolo. Ne aveva superate tante. Aveva vinto una terribile malattia. Era caduto e si era rialzato fino a diventare manager di un'azienda. Era uno di quei molfettesi che lasciano il segno. Un ragazzo, un uomo sensibile, intelligente, onesto. Una bella persona, che, pur vivendo lontano da Molfetta, da qualche tempo, non ha mai tagliato i rapporti con la sua città e i suoi amici di sempre. Ai tuoi familiari, ai tuoi affetti più cari giunga tutta la mia vicinanza".