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Migranti, l'appello dalla Tunisia: "Aiutatemi a ritrovare mio fratello partito per Pantelleria"

Mohamed Amine Dkhil, scomparso dopo il viaggio su un barcone verso Pantelleria

Una richiesta di aiuto che arriva direttamente da Sousse, Tunisi. Chiunque abbia incontrato, visto o parlato con Mohamed Amine Dkhil si faccia avanti. Amine, assieme ad altri giovani tunisini, il 28 maggio scorso ha lasciato la Tunisia, per raggiungere Pantelleria e da qui cercare una sistemazione in altre zone della Sicilia. Da quel giorno però la sua famiglia non ha più notizie del giovane ed è in grande apprensione.

Il fratello Baha Ben Khalifa in questi giorni sta cercando di veicolare la sua richiesta di aiuto e trovare al più presto suo fratello. Fino ad oggi ancora nessuno si è fatto vivo con la famiglia.

In quest'ultimo periodo proprio Pantelleria è ritornata ad essere meta privilegiata sopratutto di migranti clandestini che partono dalle coste tunisine per giungere velocemente in acque italiane e Pantelleria è l'isola più vicina. Arrivano con piccole imbarcazioni a piccoli gruppi.

Gravi disagi si sono avuti sull'isola proprio nell'accoglienza, l'unica struttura esistente infatti ha una capacità minima. Assieme a Mazara altro posto scelto per l'approdo: Trapani e le Egadi. Nella rotta Trapani o Mazara, gli immigrati spesso sbarcano da gommoni che portano dalle 20 alle 40 persone alla volta. In alcuni casi, assieme agli esseri umani, sono stati recuperati anche carichi di sigarette o stupefacenti.

La rotta tunisina prevede sbarchi anche nelle aree di Porto Empedocle, Sciacca, Licata, nell’Agrigentino, su barconi di legno di 10-12 metri, che vengono poi abbandonati. In alcuni casi gli occupanti delle imbarcazioni riescono a scendere e far perdere le loro tracce, in altri gli uomini della guardia di finanza o della capitaneria di porto li hanno individuati.

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