Processo abbreviato “Scrigno”. Si tratta dell'operazione antimafia che il 5 marzo 2019 vide l'arresto di appartenenti alla cosca mafiosa di Trapani, Marsala e Favignana, imprenditori e anche il coinvolgimento dell'ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Alcuni degli indagati scelsero il rito ordinario, che si tiene attualmente innanzi il Tribunale di Trapani, mentre altri scelsero di essere giudicati col rito abbreviato e nel novembre 2020 il gup Filippo Serio, condannò 14 dei diciannove imputati a complessivi 70 anni di carcere, assolvendo i restanti cinque. Ora a conclusione della requisitoria innanzi la Corte di Appello di Palermo, processo che continua con il rito abbreviato, la procura generale, sostituto procuratore generale Carlo Marzella, ha chiesto dieci condanne per oltre 110 anni di carcere. Le condanne più pesanti riguardano i figli del boss di Valderice Vincenzo Virga, attualmente in carcere all'ergastolo. Il pg Marzella, per Franco e Pietro Virga, che in primo grado furono condannati a 8 anni ciascuno, ha chiesto rispettivamente 18 e 20 anni. Per l'accusa i due fratelli Virga erano al vertice della cosca trapanese assieme all'ex consigliere comunale del Psi, Francesco Orlando. Per ques'ultimo sono stati chiesti 16 anni, a fronte dei 5 anni e 4 mesi. Le altre richieste: per Mario Letizia, 8 anni e 4 mesi a fronte dei 12 anni; Francesco Paolo Peralta, 12 anni (8 anni e 4 mesi in primo grado); Giuseppe Piccione, 9 anni e 8 mesi (8 anni); Michele Martines, 14 anni (5 anni e 4 mesi). Chiesti 12 anni per Carmelo Salerno, assolto in primo grado, due anni per Francesco Todaro, e 1 anno e 4 mesi per Tommasa Di Genova, anche loro tra i cinque assolti. Chiesto dalla Procura generale di dichiarare inammissibile il ricorso in appello di Michele Alcamo, che fu condannato a tre anni. Per l'imprenditore Pietro Cusenza chiesta una pena di 7 anni e 4 mesi, invece degli 8 anni e 4 mesi.