Concorsopoli ad Alcamo, lo sfogo di Pipitone contro chi non pagava: «Uno aiuta la gente e poi...»
«Uno si ammazza la vita per aiutare la gente… Disponibile… Per aiutarla in tutti i sensi e poi alla fine…». Si sfogava così al telefono Giuseppe Pipitone, vicedirigente dei vigili del fuoco in servizio a Catania, coinvolto nell’operazione «concorsopoli» scoperta dai carabinieri ad Alcamo, lamentandosi con la moglie di chi, invece, dopo aver trovato la «sistemazione» non ha voluto pagarlo. «Quest’altro bastardo… gli ho dato i libri per studiare… da dove so io e infatti mi ha detto libri buonissimi, non ce li aveva nessuno, perché le domande sono uscite da quei libri e quindi ti… ti lascio intendere da dove sono usciti, gli ho dato gli strumenti, ora questo stronzo nemmeno mi viene a dire niente che ha vinto il concorso alla polizia». «Non solo l’ho raccomandato a Roma, sono andato a Roma, 4 giorni di ferie per stare dietro a lui e impostare tutto, è entrato lì per amicizia mia personale, quindi si può dire che l’ho sistemato io dentro la polizia… l’ho raccomandato io personalmente e posso dire che è entrato in polizia per me, per le mie amicizie…». «Ho mobilitato mezzo mondo al ministero, ho disturbato un prefetto». Di quanto accadeva della sua vita per così dire «parallela» parlava così il «professore» con la moglie, che non mancava però di fargli notare di avere poco considerato la famiglia per dedicarsi agli altri. Pipitone per parlare utilizzava un numero intestato a un'anziana zia. La sua preoccupazione era di essere intercettato. Parlava in modo criptico: «Questo che ti sto chiamando è uno che sta seguendo il nostro percorso e quindi mi interessa che faccia il salto di qualità». Dove percorso sta per raccomandazione e salto di qualità per un passaggio utile nella graduatoria. Le sue preoccupazioni erano aumentate anche a causa dell’indagine aperta dalla guardia di finanza a Benevento, per un’altra concorsopoli nei vigili del fuoco. Indagine che con quella trapanese ha in comune il sindacalista della Uil Filippo Alessandro Lupo. Una parte del fascicolo è arrivata in Procura a Trapani, alcuni degli intercettati in quella inchiesta delle fiamme gialle, sono stati sentiti mentre parlavano anche di Pipitone. Come una delle componenti di commissione che si ritrovò a sua insaputa coinvolta in concorsopoli: «Mi chiedeva informazioni quello di Alcamo… Uno stronzo… Se mi capita sotto le mani gli metto le mani al collo a questo stronzo».