Associazione per delinquere finalizzata alle truffe, alla ricettazione, al falso ideologico e materiale e all’impiego di denaro di provenienza illecita. Reati che sarebbero stati commessi, a Marsala, tra il 2017 e il 2019, in danno di Financial Services, American Express, Tim e alcuni semplici cittadini. Le contestazioni vengono mosse, a vario titolo, dalla Procura a diciassette persone, in gran parte marsalesi (ma ci sono anche tre romeni e una marocchina), per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. A decidere sulla richiesta dell’accusa sarà il giudice delle udienze preliminari Annalisa Amato, davanti alla quale la difesa, con l’avvocato Leo Genna in testa, ha già dato battaglia, sollevando alcune eccezioni procedurali che tendono a sottrarre dalle mani del pm le principali fonti di prova. Quelle che più metterebbero in difficoltà gli imputati.
L’avvocato Genna, infatti, ha evidenziato (e il gup ha accolto le sue eccezioni) che una serie di accertamenti furono svolti dopo il termine di sei mesi, senza che fosse stata concessa una proroga di indagini, e che le intercettazioni furono effettuate nell’ambito di un altro procedimento con il quale, secondo la difesa, non vi sarebbe connessione di reati. E che, inoltre, sulla base delle ultime normative, per questo genere di reati non sono previste le intercettazioni. Alle eccezioni del legale, che esprime «soddisfazione» per le decisioni del gup Amato, si sono associati, naturalmente, gli altri difensori.
Le indagini, condotte dai carabinieri di Marsala, sono state coordinate nell’ordine dai pm Volpe, D’Alessandro e Rana. Diversi gli episodi contestati dagli investigatori. Nel dettaglio, alcuni sono accusati di avere falsificato documenti fiscali della pubblica amministrazione per ottenere un finanziamento di 15.500 euro per l’acquisto di un’auto Toyota Yaris della quale, poi, fu pagata una sola rata, vendendo inoltre il mezzo ad un’altra persona per 5.500 euro. In altri casi, con «artifici e raggiri», sono state attivate carte American Express, alcune intestate anche a persone assolutamente ignare di esserne titolari, con le quali sono stati effettuati diversi acquisti in vari negozi di Marsala e negozi on line, nonché ricariche di carte paypal, acquisti di smartphone Tim, ricariche telefoniche, attivazioni di linee di rete fissa, attivazione contratti Tim Vision, ottenendo la consegna dei relativi apparati elettronici, abbonamenti telefonici, trasferimento di denaro con pagamenti Pos ad una società. Tra gli acquisti «truffaldini» anche tre climatizzatori. Ingente l’ammontare complessivo delle contestate truffe.
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