Trapani

Giovedì 28 Novembre 2024

Valderice, rubarono formaggio e prosciutto per sfamare i figli: condannati a 7 mesi

La vicenda risale al 2018, marito e moglie avevano portato via da un supermercato di Bonagia, frazione balneare di Valderice, formaggio e prosciutto. Ieri il giudice del tribunale di Trapani, Franco Messina li ha condannati. Una sentenza pesante: a marito e moglie sono stati inflitti sette mesi, ciascuno. I due hanno beneficiato della sospensione condizionale della pena. I due coniugi, che versano in precarie condizioni economiche, con gli addetti alla sicurezza che li avevano fermati si erano giustificati dicendo, che avevano rubato per sfamare i loro figli, di 2 anni e 11 anni. Ieri però per la coppia di Valderice è arrivata la condanna del tribunale. Lo stesso pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione così come il loro avvocato Josemaria Ingrassia. I due furono scoperti dagli addetti alla sicurezza del supermercato di Bonagia con i generi alimentari e per questo furono denunciati per il reato di furto aggravato. Marito e moglie, avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato, nell’ udienza dell’1 marzo scorso però i due non si sono presentati in aula. Per vergogna, avevano detto i legali. Il giudice, così aveva rinviato l’udienza. La vicenda per certi versi ricorda quella della donna che aveva rubato per fame ed è stata denunciata, processata e poi assolta sempre dal tribunale, presieduto dal giudice Francesco Giarrusso. Protagonista, Giovanna una signora di 69 anni, fedina penale pulita. La signora nel dicembre del 2019 si era recata presso il supermercato Eurospin di via Salemi, e aveva portato via senza pagare mozzarella, provola e pancetta. Generi alimentari per un valore non superiori a 10 euro. La signora aveva rubato per fame, lasciandosi andare ad un comportamento riprovevole ma solo per necessità. Per la vergogna la signora non era presente in aula. A difenderla l’avvocato Josemaria Ingrassia che ha chiesto l’assoluzione, smontando l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede. Perchè anche quella era stata contestata all’imputata. Il pm, Marta Martinelli, aveva chiesto quattro mesi di reclusione, ma il giudice ha scelto l’assoluzione.

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