Oltre vent’anni di carcere sono stati complessivamente invocati dal pm Marina Filingeri per i quattro giovani arrestati a fine aprile 2021 dai carabinieri di Campobello di Mazara con l’accusa di violenza sessuale di gruppo su una giovane e adesso processati con rito abbreviato davanti al gup di Marsala Annalisa Amato.
Le richieste del pm
La condanna a 6 anni e 4 mesi di carcere ciascuno è stata chiesta per i cugini Eros e Francesco Biondo, di 23 e 24 anni, di Marsala, entrambi detenuti. Cinque anni e 4 mesi, invece, sono stati invocati per Giuseppe Titone, di 20 anni, e tre anni, 6 mesi e 20 giorni per Dario Caltagirone, di 21 anni, entrambi di Campobello di Mazara, che nell’aprile dello scorso anno furono posti agli arresti domiciliari. Un minorenne, infine, è stato indagato e per lui procede il Tribunale dei Minorenni di Palermo.
Gli abusi in una villetta di Tre Fontane
A denunciarli è stata una ragazza di 18 anni, che ha raccontato di essere stata abusata all’interno di una villetta della frazione balneare di Tre Fontane, dove era stata invitata con la scusa di una festa con ragazzi e ragazze, ma quando è arrivata ha trovato soltanto maschi. E dopo un rapporto sessuale consensuale con uno di loro, quest’ultimo ha invitato gli altri a fare sesso con lei contro la sua volontà. Ad abusare della giovane sarebbe stato uno dei ragazzi presenti al festino, mentre gli altri avrebbero assistito. Il 2 luglio 2021, la ragazza è stata ascoltata in «incidente probatorio» davanti al gip di Marsala e ha confermato le accuse, anche se i legali dei quattro accusati hanno evidenziato “contraddizioni» e «punti ancora oscuri» nel suo racconto. I quattro giovani imputati sono accusati «in quanto, a titolo di concorso morale e materiale tra loro, costringevano e inducevano la vittima a subire atti sessuali sia mediante violenza fisica sia abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della persona offesa». Oltre alla ragazza, si è costituito parte civile anche il Centro antiviolenza «La casa di Venere» di Marsala, rappresentato dall’avvocato Roberta Anselmi.
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