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Marsala, i piccoli imprenditori denunciano: 50enne in carcere per usura ed estorsione

Angelo Piccione è accusato di avere imposto tassi alti a commercianti in difficoltà soprattutto a causa della pandemia. Ci sono altri due indagati per spaccio di droga

I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Marsala, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno arrestato Angelo Piccione, classe ’72, marsalese, accusato di usura, estorsione e spaccio di stupefacenti. L’arresto è arrivato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Marsala, su richiesta della stessa Procura.

All’arresto si è arrivati dopo un’indagine dei carabinieri condotta da aprile 2020 fino a marzo 2021 che ha consentito di portare alla luce, oltre allo spaccio di cocaina gestito da Piccione assieme ad altre due persone, indagate, le modalità con le quali l’uomo avrebbe effettuato vari prestiti di denaro su cui venivano applicati altissimi tassi d’interesse. A farne le spese due piccoli imprenditori locali, uno titolare di un negozio di ortofrutta e l’altro parrucchiere.

Nonostante la paura di ritorsioni, rese realistiche a causa delle gravi minacce che l’indagato avrebbe rivolto in caso di ritardi nella restituzione dei soldi, le vittime hanno trovato il coraggio di denunciare le condotte illecite agli uomini dell’Arma. A fronte di somme di denaro ricevute in prestito a causa di difficoltà economiche dovute anche alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria nella sua fase più dura, le vittime sarebbero state costrette a versare mensilmente a Piccione ingenti quote per lunghi periodi, fino ad un anno, con tassi usurari che arrivavano al 200 per cento.

Grazie alle dichiarazioni delle persone offese e agli accertamenti investigativi dei carabinieri, il gip del Tribunale di Marsala, concordando con la richiesta della Procura, ha rilevato, allo stato degli atti e in attesa dell’apertura del dibattimento, gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato. Il giudice ha anche ritenuto fondato il pericolo di reiterazione delle condotte illecite, «poiché frutto dello svolgimento professionale di un’attività illecita continuativa, indicativa di elevata pericolosità sociale», come spiegano gli investigatori. Piccione è stato portato in carcere a Trapani.

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