Non si sarebbe accorta dell’infarto in corso e il paziente è morto circa 12 ore dopo l’arrivo al Pronto soccorso. È questa l’accusa mossa ad un medico dell’ospedale «Vittorio Emanuele II» di Castelvetrano, Ester Clemenza, di 31 anni, processata in Tribunale, a Marsala, per omicidio colposo. Il dibattimento si è aperto oggi, davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone, con la testimonianza della moglie della vittima, Stefano Marchese, di Campobello di Mazara, agricoltore, che quando è deceduto, il 9 giugno 2018, aveva 60 anni.
Per il pm il medico non si accorse della gravità delle condizioni del paziente
Secondo l’accusa, il medico di turno al pronto soccorso di Castelvetrano non si accorse della gravità delle condizioni dell’uomo. «Quella mattina - ha raccontato la moglie in aula - mio marito tornò a casa cinque minuti dopo essere uscito per andare a lavorare in campagna. Era tutto sudato, nonostante non avesse ancora iniziato a lavorare, e diceva ‘mi sento malè. Mi disse che aveva dolore al petto e alle spalle. Lo abbiamo, perciò, portato subito all’ospedale di Castelvetrano, dove siamo arrivati dopo 20/30 minuti. L’infermiere che per primo lo vide ci disse che non era nulla di grave». Poi, intervenne il medico, che secondo l’accusa, avrebbe agito con «negligenza, imprudenza e imperizia». La dottoressa Clemenza, in particolare, non avrebbe indagato a sufficienza per formulare una corretta diagnosi, effettuando poi «un’errata scelta sul piano clinico-terapeutico».
Al paziente venne infuso un antidolorifico
Infuse un antidolorifico, «oscurando - secondo l’accusa - il sintomo principale del paziente, ovvero il dolore, e rendendo, in tal modo, meno agevole l’accertamento della reale patologia». In serata, l’agricoltore morì per infarto acuto. I suoi familiari si sono costituiti parte civile. L’Asp di Trapani è stata citata come responsabile civile.