«Ancora non riesco a credere a ciò che mi è successo in questi anni. Chi mi conosce bene sa che ho sempre reagito rimboccandomi le maniche. Questa volta ho scelto di raccontare la mia storia e spero così di reagire nel modo giusto. La mia vita insomma è stata distrutta: sono stato stritolato dalla stessa procura per la quale per circa 25 anni ho lavorato godendo della massima fiducia, occupandomi di indagini e situazioni delicatissime; successivamente sono stato accusato dai colleghi (e non solo) con i quali ho condiviso responsabilità e momenti di leggerezza, di aver commesso una miriade di reati». Lo afferma l’ex finanziere Calogero Pulici, assolto in diversi processi. Era stato accusato anche di rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico con l’allora procuratore di Trapani, Marcello Viola, e l’ex aggiunto di Palermo Teresa Principato, pure loro assolti. Per anni, con Principato, ha seguito le indagini per la cattura di Matteo Messina Denaro. «Chi ha indagato su di me - continua - era perfettamente a conoscenza del mio rapporto di collaborazione con i magistrati con cui ho collaborato - aggiunge - anch’essi prima indagati poi assolti». «Tutte le indagini a loro e a mio carico - sottolinea l’ex investigatore - sono finite in assoluzioni o in alcuni casi in archiviazioni, perché non è stato ravvisato alcun reato: questo i miei superiori non lo sapevano? Perché omettere la natura dei rapporti anche personali che via via si sono intessuti, o dare ordini palesemente contrari alla logica delle cose e illegittimi? Sono domande destinate forse a restare senza risposta?». Prosegue l’ex finanziere: «Questa mia “piccola” tragedia personale, conosciuta sino a oggi da poche persone, mentre tante altre sapevano e hanno taciuto, è finalmente ora dispiegata e indagata con dovizia di dettagli nel libro “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” di Marco Bova, a cui ho affidato il mio racconto per mesi. Premetto che non sta a me dire le motivazioni che possono esserci state o meno dietro le inchieste affossate o andate perdute nella caccia al superlatitante. Non mi interessa inoltre ricevere le scuse da parte di nessuno poiché sarebbero inutili». In questa storia Pulici sostiene di avere ricevuto «oltre al danno - morale e personale - anche la beffa. Infatti, dopo esser stato congedato per ragioni di salute, la Guardia di finanza, continua a rigettare ogni mia richiesta di rimborso che presento delle spese legali da me sostenute, nonostante sia ormai chiarissimo che non ho alcuna colpa di ciò che ho subito. È solo l’ultima parte oscena di questo spettacolo».