Trapani

Venerdì 22 Novembre 2024

Il blitz per Matteo Messina Denaro: ecco i nomi degli indagati

L'immagine trasmessa dal Tg2: non c'è alcuna certezza che la persona all'interno sia il superlatitante Matteo Messina Denaro

Una fonte, nel 2009, indicò agli investigatori la possibilità che il boss Matteo Messina Denaro avesse avuto un incontro con altri mafiosi nella zona del Belice. La segnalazione indusse gli inquirenti a visionare le immagini passate di tutte le telecamere piazzate in zona per la ricerca del latitante. Tra i video analizzati c'era anche quello del Suv con a bordo una persona che poteva sembrare somigliante al padrino di Castelvetrano, trasmesso ieri dal Tg2. La pista è stata scandagliata approfonditamente dagli investigatori, coordinati dalla Dda di Palermo, ma nessuna conferma venne trovata alla segnalazione. Inoltre sembrò assai improbabile dal principio, a chi indagava, che uno dei maggiori ricercati al mondo circolasse in auto in pieno giorno davanti alla masseria di Pietro Campo, boss di Santa Margherita Belice, strettamente controllato proprio per la sua vicinanza a Messina Denaro. Intanto, la polizia ha effettuato perquisizioni a tappeto nell’intera valle del Belice alla ricerca di indizi sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, l’ultimo boss stragista di Cosa Nostra, tuttora ricercato. Sono venti gli indagati, alcuni dei quali già arrestati in passato per aver coperto la sua fuga e altri finora mai oggetto di indagini. Le verifiche della squadra mobile di Trapani e degli agenti dello Sco (Servizio centrale operativo) di Roma hanno riguardato sette comuni: Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Santa Ninfa, Santa Margherita del Belice, Mazara del Vallo e Roccamena. La Valle del Belice - tra le province di Trapani ed Agrigento -, come hanno dimostrato le operazioni di polizia condotte negli ultimi anni, è zona dei clan molto vicini al boss. Lì sono stati monitorati i passaggi di corrispondenza attribuita a Messina Denaro e trasmessa da esponenti di spicco di Cosa Nostra del trapanese, appartenenti agli storici mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo e dalle famiglie agrigentine. In quest’area il capomafia avrebbe avuto ospitalità e avrebbe potuto contare su una rete di fedelissimi. Le persone perquisite sono «vecchie conoscenze» degli investigatori proprio per i loro rapporti con il latitante: tra i 20 destinatari dei decreti di perquisizione ci sono anche soggetti già condannati per associazione a delinquere di tipo mafioso. Ecco i nomi degli indagati Molti di loro sono già  noti alle forze dell’ordine. C’è ad esempio Calogero Giambalvo, ex consigliere comunale di Castelvetrano, arrestato e poi assolto in primo e secondo grado: si era inventato di avere incontrato in campagna Matteo Messina Denaro mentre cacciava. E c’è pure il nome di Giovanni Campo, figlio di Pietro, uomo vicino a Messina Denaro.

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