«Sono molto emozionato, ho trovato una Trapani diversa da come l’avevo lasciata trent'anni fa e è cambiata in meglio, ho trovato una procura giovane, con tanta voglia di fare, che mi ricorda la nostra procura degli anni novanta». Lo ha detto il nuovo procuratore capo di Trapani, Gabriele Paci, nel corso del suo insediamento avvenuto nell’aula bunker del Palazzo di giustizia. «Mi sono ripromesso di non fare il reduce», ha ironizzato il magistrato, riferendosi agli anni da sostituto procuratore a Trapani, in cui è stato tra i titolari del processo «Omega», da cui è emersa la complessità della mafia trapanese e il ruolo del latitante Matteo Messina Denaro nelle faide di Alcamo e Partanna. «La procura di Trapani ha tradizionalmente offerto la massima collaborazione, l’interconnessione tra le attività distrettuali e le circondariali è molto importante per far sì che si possa realizzare l’obiettivo comune», ha aggiunto Paci, rivolgendosi al procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi. Nella sua carriera Paci ha prestato servizio da sostituto procuratore della Dda di Palermo, dal 2002 al 2009 alla procura di Perugia e poi il rientro in Sicilia, alla Dda di Caltanissetta, in cui successivamente è stato nominato procuratore aggiunto. Tra le indagini svolte in questi anni, oltre ai blitz di mafia sui Rinzivillo, ci sono le inchieste sul magistrato Silvana Saguto, ex presidente del Tribunale misure di prevenzione di Palermo, e sull'ex 'paladino della legalita» Antonello Montante, ex capo della Confindustria siciliana. «Accolgo con entusiasmo l’arrivo del dottore Paci, che ha una piena completezza professionale e ha qualcosa in più perchè è uno dei pochi magistrati dalle grandi qualità umane», ha detto il presidente del Tribunale, Andrea Genna, commentando la presenza in aula di molti magistrati che hanno incrociato la loro carriera con quella del neo procuratore.