"È viva e quasi certamente ignara del suo passato. Credo che la bimba sia stata inserita in un nuovo contesto familiare al quale sia convinta di appartenere da sempre perchè non ha memoria della sua vita precedente. È necessario che qualcuno ci porti da Denise. È il famoso tassello che manca per chiudere il cerchio". Lo ha detto a La Nuova Sardegna l’ex pm Maria Angioni sul caso della scomparsa di Denise Pipitone.
"Chi prese Denise voleva ucciderla ma qualcuno lo impedì: salvò la bambina ma non la riconsegnò alla sua mamma, perchè questo era il patto - dice ancora Angioni - Qualcuno sta parlando e scardinando alibi. Altre testimonianze importanti sono state riascoltate, è tempo di intensificare le ricerche perchè la verità potrebbe essere a un passo".
L'ex pm ha più volte denunciato il clima di depistaggio vissuto da lei nel corso delle indagini ed è convinta che "la data del rapimento non sia casuale: Denise scomparve in un momento in cui la Procura era in una situazione di oggettiva debolezza per via delle inchieste precedenti".
Angioni è convinta che ora il muro di omertà e depistaggio sia caduto: "Anna Corona aveva tante amiche e una di queste le fornì l’alibi che ha mantenuto per 17 anni. Disse che quel primo settembre rimase a lavoro fino alle 15.30, come certificato dal registro presenze. Qualche giorno fa l'amica e collega Francesca Adamo ha rivelato di avere firmato lei per conto di Anna Corona che era andata via prima. Questa donna ha deciso di parlare dopo 17 anni, segno che il patto iniziale è saltato".
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