Il gup del Tribunale di Trapani ha rinviato a giudizio l’ex deputato regionale, Giovanni Lo Sciuto, accusato di essere 'socio promotore e occulto' di una loggia segreta, radicata a Castelvetrano, città di origine del latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento, disposto dal giudice Samuele Corso, oltre al politico del Nuovocentrodestra di Alfano ed ex componente della commissione regionale Antimafia, riguarda altre 17 persone, alcune delle quali accusate di aver violato la Legge Anselmi, approvata oltre quarant'anni fa dopo lo scandalo P2. Gli indagati inoltre sono accusati a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere. Il gup ha rinviato a giudizio anche l’ex presidente dell’ente di formazione Anfe, Paolo Genco, ed il medico Rosario Orlando, operativo nella commissione invalidità civili dell’Inps, attraverso il quale, il gruppo di Lo Sciuto, avrebbe ottenuto false pensioni in cambio del sostegno elettorale. Il processo inizierà il prossimo 15 luglio. Sono state accolte, quindi, le ragioni della Procura di Trapani (procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituti procuratori Sara Morri, Francesca Urbani e Andrea Tarondo, adesso trasferito ad altro incarico) che hanno chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio anche per l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, l’ex vicesindaco Vincenzo Chiofalo e l’allora candidato in pectore, Luciano Perricone, arrestato in piena campagna elettorale per le amministrative del maggio 2019. Il blitz Artemisia dei carabinieri del comando provinciale di Trapani riguardava un centro di potere esterno e parallelo al Comune di Castelvetrano, che riusciva a decidere le sorti dell’ente. Tra le persone rinviate a giudizio ci sono anche tre poliziotti Salvatore Giacobbe, Salvatore Passanante e Salvatore Virgilio, il commercialista Gaspare Magro e altre otto persone. In origine nell’inchiesta erano coinvolti anche altri indagati le cui posizioni sono state stralciate e trasferite per competenza ad altre Procure, tra cui Giovannantonio Macchiarola, ex responsabile della segreteria di Angelino Alfano, leader di Ncd (Nuovocentrodestra) e all’epoca ministro dell’Interno, accusato di aver informato Lo Sciuto di essere indagato: la sua posizione è stata trasferita alla Procura di Roma. Il gup di Trapani, invece, ha giudicato con il rito abbreviato e condannato a 4 anni Francesco Messina Denaro, procuratore speciale della Diaverum, una ditta sanitaria che avrebbe ricevuto l’aiuto del deputato Lo Sciuto per ottenere «l'approvazione di un progetto relativo al settore della condizione e gestione di laboratori di analisi, case di cura e strutture cliniche».